Un nuovo studio condotto da ricercatori della York University (Canada) e pubblicato su Science sembra confermare la teoria che gli insetticidi neonicotinoidi metterebbero le api in pericolo.
Alcuni mesi fa avevamo dato notizia di uno studio commissionato da Greenpeace sullo stesso argomento, ma non si trattava di uno studio basato su nuove evidenze, si trattava di una revisione di tutti gli studi più recenti sull’argomento e nella comunità scientifica ancora non c’è unanimità sul reale grado di tossicità di questi insetticidi per le api.
I dubbi degli scettici
Per carità nessuno dice che gli insetticidi siano acqua fresca, quello su cui si dibatte è che bisogna provare se i neonicotinoidi provochino danni alle api a livelli di esposizione realistici, cioè uguali a quelli che si trovano sul campo, non a concentrazioni molto superiori somministrate in laboratorio. Tra l’altro, questa è un’altra delle obiezioni, questi insetticidi vengono dati in abbondanza su piante che non sono molto attrattive per le api, come i campi di mais e di soia, le principali coltivazioni in Ontario e in Quebec.
Lo studio dell’università di York conferma che le api sono in pericolo
Lo studio, dai preoccupanti risultati, condotto dai ricercatori dell’università di York se non mette la parola fine alla diatriba avvalora molto la tesi della reale pericolosità d questi insetticidi per le api. L’esperimento si è svolto in due fasi, nella prima i ricercatori hanno testato su un periodo abbastanza lungo (tre o quattro mesi) le api di alcuni apiari vicini a campi di mais, per provare che in effetti assumessero neonicotinoidi, la cosa interessante è che hanno potuto stabilire che non li hanno assunti dalle piante irrorate, ma che gli insetticidi penetrano nel terreno si disperdono nelle acque (essendo idrosolubili) e vanno a contaminare piante più attrattive per le api che si trovano vicino alle coltivazioni.
La seconda parte dell’esperimento è consistita nel somministrare alle api da esaminare per stabilire i danni provocati, un nutriente integrativo contaminato con neonicotinoidi per un periodo di 12 settimane, rispettando il livello che si sarebbe raggiunto in natura.
Il risultato è stato che i veleni hanno compromesso la salute dell’alveare, hanno accorciato la vita delle api operaie addirittura del 23% e hanno compromesso la salute della regina stessa.
Ma c’è di più, i ricercatori hanno investigato anche l’interazione tra i neonicotinoidi e un fungicida molto utilizzato, il boscalid e il risultato è stato che livelli di questo fungicida realisticamente trovati nell’ambiente raddoppiano la tossicità degli insetticidi neonicotinoidi.
Roberto Todini