Il 2017 è un anno di ricorrenze importanti per Renzo Arbore. Nato a Foggia il 24 giugno 1937, tre giorni fa ha festeggiato gli 80 anni. E sempre quest’anno, la sua creatura forse più riuscita, “Indietro Tutta!“, ne compie 30. A proposito, notizia di due settimane fa, per festeggiare il trentennale, prima di Natale ci potrebbe essere la reunion dei suoi protagonisti. Non si conoscono i dettagli, ma in cantiere dovrebbe esserci una settimana di “Indietro Tutta!”.
Per Arbore sarebbe l’ennesima puntata di una lunga e gloriosa carriera. Nella quale ha saputo reinventarsi infinite volte. Considerato il primo disc jockey italiano, ha fatto il conduttore radiofonico, il clarinettista, lo showman, l’attore, lo sceneggiatore e il regista.
La rivoluzione di Renzo Arbore
Artisticamente incatalogabile, una cosa si può dire dell’artista pugliese, ha messo il suo estro al servizio di una congenita avversione al senso comune. Con i suoi programmi in onda sulla radio e sui canali televisivi Rai, l’Italia è stata svezzata alla comicità e alla satira surreale, demenziale, grottesca. In ogni occasione si è dimostrato talent scout di indiscutibili doti. Possiamo considerare sue creature i comici Mario Marenco, Giorgio Bracardi, Andy Luotto, Nino Frassica e lo stesso Benigni. I suoi programmi sono andati ben oltre l’idea di spettacolo e di intrattenimento. Sono stati un fenomeno culturale dirompente. Lo testimonia il fatto che per ogni sua trasmissione, i tormentoni comici e i ritornelli delle sigle sono stati assorbiti dal linguaggio comune, che ancora li utilizza.
Da Alto Gradimento a Quelli della Notte
Già negli anni sessanta, con Bandiera gialla e Speciale per voi, introdusse idee e stili innovativi rispetto ai canoni della televisione di stato, ingessati in un puritanesimo di facciata. Dal 1970 al 1976, e poi dal 1979 al 1980, condusse la geniale trasmissione radiofonica Alto gradimento, con l’amico di sempre Gianni Boncompagni, rivelando definitivamente la sua inventiva iconoclasta. La sgangherata compagnia di personaggi messa assieme da Arbore ebbe un successo di ascolti straordinario.
Dal 76′ al 79‘ condusse la trasmissione pomeridiana L’altra domenica su Rai2. Che già dal nome si proponeva come alternativa al programma tradizionalista Domenica In. La trasmissione, irriverente e goliardica, lanciò ancora una volta personaggi indimenticabili e politicamente scorretti. Aprendo, per la prima volta nella storia, la televisione italiana al contatto diretto con il pubblico.
Nel 1980 arriva la serie Tagli, ritagli e frattaglie, condotta con lo scrittore napoletano Luciano De Crescenzo. Nel 1981 s’inventa Telepatria International, con le indimenticabili evocazioni spiritiche di Dante (Roberto Benigni), Cristoforo Colombo (Paolo Villaggio) e con l’ultimo dei Mille (Carlo Verdone). Passo fondamentale nel processo di destrutturazione degli usi e costumi italici è la trasmissione di Rai2 Quelli della notte. Satira mordente contro i salotti intellettualoidi che cominciavano a dilagare in televisione.
Indietro Tutta! la profezia avverata
Da tormentone satirico del suo tempo, ripensandoci adesso, il titolo suona come la profezia avverata dell’attuale degenerazione televisiva e sociale. La trasmissione Indietro Tutta! andò in onda tra il 1987 e il 1988. Forse la creatura più riuscita di Arbore. Con la quale dimostrò di leggere con un anticipo di 30 anni quel futuro che è il nostro presente, fiutandone già allora i segnali. Ieri come oggi stiamo andando ancora Indietro Tutta. La degenerazione della tv, causa ed effetto della più generale deflagrazione dei costumi nazionali, procede a grandi falcate tra reality e talent show che sembrano supermarket dei buoni sentimenti e del talento artistico.
Le intuizioni di Arbore stigmatizzarono con la satira i fenomeni, da baraccone, che nella nostra contemporaneità hanno assunto dimensioni mostruose. Arbore, comandante della nave allestita in studio, scelse di parodiare i quiz show, che da allora hanno invaso la programmazione, regalando piogge di gettoni d’oro a fronte di uno sterile nozionismo. Sbeffeggiò la televisione degli applausi a comando, che adesso accompagnano tutti i programmi con pubblico in studio.
Se la prese con i presentatori impresentabili incarnati da Nino Frassica. S’inventò le “Ragazze Coccodè“, simboli dell’uso volgare del corpo femminile in tv, oggi declinato nell’esibizionismo ignorante delle vallette. Se la prese con la tv che allora come adesso cerca il successo Auditel con il sedere di una ballerina. Nella scenografia a forma di nave, inserì due emicicli, per ospitare “I concorrenti del Sud” e “I concorrenti del Nord“. Come fossero parlamentari di due fazioni opposte, molto prima che i partiti regionalisti e separatisti, poi riunitisi nella Lega Nord, arrivassero al governo con Berlusconi. Arbore condannò la commercializzazione estenuante della televisione, inventandosi “Il Cacao Meravigliao“. Paradigma di tutti i super sponsor che oggi approfittano di qualunque interstizio della scaletta per promuoversi e vendere.
Indietro Tutta!, tra una risata e l’altra, ha mostrato al pubblico italiano la direzione sbagliata nella quale televisione e società viaggiano ancora. Chissà cosa ne pensano Arbore e compagni, a trent’anni di distanza. Lo scopriremo a Natale, tra un mare di risate.
Michele Lamonaca
Un genio, un uomo avanti anni luce come tanti altri che hanno lavorato con lui in quegli anni.
Purtroppo ne servirebbero ancora, ma la deriva è veramente difficile da arrestare e di menti così ce ne sono sempre meno.