I vertici della Chiesa italiana sono concordi nel sostenere la riforma della legge sulla cittadinanza verso lo ius soli, cioè cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia da genitori regolari e con determinato reddito
Sono, altresì, compatti nel sostenere lo ius culturae(cittadinanza ai ragazzi che non sono nati in Italia ma qui hanno completato un ciclo di studi di almeno cinque anni).
Così si è espresso il Cardinale Francesco Montenegro: “Non possiamo dire a bambini nati in questa terra, cresciuti accanto ai nostro ragazzi, che hanno studiato con loro e che forse non conoscono nemmeno più la lingua natia dei loro genitori che non possono essere italiani. Se lo dovessero fare coi nostri italiani all’estero ci ribelleremmo”, presidente della Caritas.
Ed ancora: “Se è vero che nel 2050 ci saranno tra i 7 e i 10 milioni di italiani in meno, il nostro Stato come potrà reggere? Oggi li vogliamo allontanare, ma tra dieci anni saremo costretti a pagarli per farli venire”. “Già oggi tante fabbriche si reggono sul lavoro dei migranti”
Secondo i dati della Fondazione Moressa, : “640mila pensioni di italiani sono già oggi pagate dai contributi versati dagli immigrati. Senza di loro avremmo 30mila classi scolastiche in meno e migliaia di insegnanti senza lavoro”.
L’arcivescovo di Ferrara e direttore della Fondazione Migrantes della Cei,Gian Carlo Perego,sostiene che la legge sullo ius soli è “indispensabile”
Secondo l’arcivescovo la chiesa vuole questa legge. La Cei, sostiene, con lo ius soli :“c’è tutto da guadagnare”.
Lo precisa il presidente di Migrantes, il vescovo ausiliare di Roma, Guerino Di Tora: “L’Italia ha bisogno di forze nuove e col calo di natalità da una parte e il rifiuto alle nuove cittadinanze, rischia di diventare un Paese chiuso”.
Da solo un mese alla presidenza della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti ormai, da molto tempo sostiene lo ius soli.
Basti pensare che già tre anni fa, ai microfoni di Radio Vaticana affermava: “palese ingiustizia che chi nasce in Italia non sia considerato a tutti gli effetti cittadino italiano”.
Anche il cardinale Angelo Bagnasco, ha sostenuto anni fa: “È in gioco il diritto fondamentale della persona che in quanto tale deve essere salvaguardato”.
Insomma, la Chiesa sostiene già da lungo tempo lo ius soli; un diritto che garantisca dignità ai cittadini nati in Italia o con determinati requisiti di reddito.
Sostiene, anche, che sia compito della politica dare attuazione con mezzi opportuni a tale ius soli.
I precursori, a proporre una nuova legge sulla cittadinanza, già nel 2004, furono quelli della Comunità di Sant’Egidio.
Gli stessi che oggi chiedono al Parlamento di non strumentalizzare una riforma attesa da anni.
Altre istituzioni ecclesiali sono schierate per la legge. Le Acli invocano l’approvazione della riforma “il prima possibile”. Così come il Centro Astalli, il servizio dei gesuiti per i rifugiati.
Avvenire, è schierato palesemente a favore dello ius soli, sostenendo: “C’è una generazione di figli della nostra terra e della nostra cultura italiana che non sono trattati ancora pienamente da figli”.
Le posizioni sembrano ben definite.
Tuttavia non mancano le aspre critiche dal mondo tradizionalista, il quale sottolinea che chi sostiene il “NO” è contro il Papa e la Chiesa.
Anna Rahinò