L’antica Grecia, tratteggiata come in un acquerello, è lo sfondo di questo minuscolo libro pubblicato – al momento – da due case editrici: Sellerio e La Vita Felice.
È un manoscritto prezioso e rinvenuto, come un tesoro nascosto, nella biblioteca nazionale di Napoli. Luigi Settembrini, patriota e figura storica legata al risorgimento italiano, scrisse queste poche pagine senza apporre la sua firma. Il testo riportavo il nome di un altro autore: Aristeo di Megara. Settembrini figurava solo come traduttore di quel sogno omoerotico. Il libro si apre con una breve introduzione dello stesso Settembrini:
I moralisti potranno biasimare questo racconto, gli artisti se ne compiaceranno certamente, e diranno che l’arte fa bella ogni cosa…
Era la seconda metà del 1800, prendere le distanze dai propri desideri, forse, era l’unica occasione per il patriota di venirsi incontro…
I Neoplatonici ruota attorno a due ragazzi ed è suddiviso in otto brevi capitoli. Nell’antica Atene, nel borgo di Colitto, il piccolo Callicle è rimasto orfano e viene affidato alle cure di una famiglia adottiva. Ha nuovi genitori e un fratello acquisito, Doro. I due crescono in fretta, frequentando la stessa scuola e condividendo tutto. È loro abitudine dormire assieme e stringersi, fino al risveglio. La città li ammira: sono tra i giovani uomini più belli e tutte le fanciulle – che li paragonano ai Dioscuri – si innamorano dei due. Raggiunti i 18 anni, in compagnia di un filosofo prima e di una graziosa donna poi, scoprono le gioie del sesso. Assaporano tutto con serenità: continuando comunque ad amarsi tra loro.
Le avventure – erotiche – di Doro e Callicle non sono un dettaglio del libro ma l’intera trama. Il messaggio però va oltre la semplice unione di due corpi. Entrambi sanno che nulla potrà spezzare il loro legame.
Il tutto è scritto con il cuore, e si sente. Forse Settembrini con I Neoplatonici ha voluto ricordare un amore non vissuto alla luce del sole, o forse era solo fantasia… La risposta, sui libri di storia, non c’è.
Luca Foglia Leveque