La ricerca pubblicata recentemente su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society dai due co-autori, Sarah Sadavoy del centro per l’astrofisica dello Smithsonian Institute e Steven W. Stahler astronomo dell’università di Berkeley, lungi dall’essere una semplice curiosità comporta profonde implicazioni per chi studia la formazione delle galassie. Nello studio i ricercatori affermano, portando una gran quantità di dati a sostegno della loro affermazione, che tutte o quasi tutte le stelle di medie dimensioni, come il nostro Sole, nascono come sistemi binari.
Le stelle binarie, non certo una rarità
L’universo è pieno di sistemi formati da due o più stelle, anche il più vicino a noi, Alfa Centauri è un sistema trinario, cioè composto da tre stelle ( Alfa Centauri A e Alfa Centauri B che compongono un sistema binario e la piccola nana rossa Alfa Centauri C che è conosciuta anche come Proxima Centauri perchè pur essendo legata gravitazionalmente alle altre due è relativamente distante ed è più vicina a noi, ne abbiamo già parlato a proposito della probabile presenza di un pianeta extra-solare attorno a Proxima), già in passato proprio a proposito del nostro Sole fu avanzata l’ipotesi che avesse una stella compagna (non proprio uguale) e persino che fu quella stella che perturbò gravitazionalmente, dando un calcio nella nostra direzione, il famoso asteroide che provocò l’estinzione dei dinosauri, ma gli astronomi per quanto abbiano cercato non sono riusciti a trovare questa compagna per cui era già stato trovato un nome: Nemesis.
Che cosa afferma il nuovo studio a proposito delle stelle binarie
Per la prima volta è stata osservata una nube in cui si stanno generando molte nuove stelle, la nube molecolare di Perseo (molecolare indica che vi sono condizioni tali da permettere la formazione di molecole composte da due atomi di idrogeno e questo le rende delle vere nursery stellari) che si trova a 600 anni luce da noi, gli scienziati hanno poi elaborato diversi modelli che spiegassero tutte le osservazioni fatte e l’unico che funzionasse è uno che prevede che tutte le stelle nascano come binarie ampie, cioè separate da una distanza superiore a 500 UA, (una Unità Astronomica è pari alla distanza media Terra-Sole) e che poi, semplificando al massimo, possano perdersi oppure restringersi in un sistema binario più compatto con le due stelle più vicine e gravitazionalmente legate in maniera più stabile.
Una delle conseguenze di questa teoria per la cosmologia è che la percentuale del nocciolo denso che diventa stelle si raddoppia. Cos’è un nocciolo denso? Ritorniamo alle nube molecolari, abbiamo detto che sono la nursery delle stelle, gli astronomi sanno da decenni che sono disseminate da “bozzoli” a forma di uovo dove effettivamente si formano le stelle, secondo la nuova teoria da ogni bozzolo si forma sempre più di una stella.
Roberto Todini