L’ex governatore della provincia di Bolzano Luis Durnwalder è stato assolto anche in appello per la vicenda dei fondi riservati.
Per i giudici il suo operato non costituisce reato per insufficienza di prove; in particolare i giudici d’Appello dichiarano la mancanza di dolo.
In sostanza,Durnwalder non avrebbe agito con la volontà di ledere i cittadini e lo Stato.
Ieri, durante la sua requisitoria durata quasi quattro ore,il pubblico ministero Donatella Marchesini aveva chiesto una condanna a 2 anni e 6 mesi per peculato per Durnwalder, a causa di un uso improprio dei fondi riservati per una cifra di 72 mila euro.
L’ex governatore, in primo grado, era stato assolto.
Successivamente, la procura aveva appellato la sentenza al fine di chiedere una condanna definitiva per aver sottratto tali fondi destinati all’amministrazione della provincia di Bolzano.
Durnwalder si è sempre difeso, professando la propria innocenza. Era incomprensibile, secondo lo stesso governatore, essere accusato solo dopo la scadenza del suo mandato.
La difesa aveva iniziato le sue arringhe finali chiedendo l’assoluzione completa dell’ex governatore, ma poi il processo era stato interrotto a causa del caldo in aula, con ripresa fissata alle 7.30 di martedì 30 maggio.
La lettura della sentenza di assoluzione è arrivata quando stava per scoccare mezzogiorno.
Durnwalder ha difeso i contributi dati da lui “a qualche associazione di volontariato, a qualche vedova e a
qualche bambino in difficoltà”.
“Ci sono – ha aggiunto – casi singoli dove la legge non arriva, dove uno deve dare un segnale di solidarietà. L’ho fatto perché la mia amministrazione non si è mai basata esclusivamente sulle parole, ma ha sempre agito anche con il cuore”, ha concluso l’ex governatore.
Il governatore altoatesino, Arno Kompatscher, ha commentato favorevolmente l’assoluzione di Durnwalder in appello. “Ero sicuro – ha detto – che la sentenza di primo grado sarebbe stata confermata. L’assoluzione dà la garanzia che chi rispetta la legge può essere tranquillo anche in futuro”.
La sentenza della Corte d’Appello ha posto fine alla vicenda, che ha destato diversi dubbi sull’amministrazione di Durnwalder.
Anna Rahinò