Numerose sono state le polemiche in questi giorni a causa della riforma sull’obbligatorietà di 12 vaccinazioni, si prospettano anche ricorsi per incostituzionalità.
Occorre comprendere punto per punto la riforma e i successivi dubbi.
Questi i punti principali del decreto, annunciati dalla ministra Lorenzin.
Antipoliomielite, antidifterica, antitetanica, antiepatite b, antipertosse più anti-haemophilus influenzae di tipo b, antimeningococcica di tipo b, antimeningococcica di tipo c, antimorbillo, antirosolia, antiparotite e antivaricella.
Sono queste le 12 vaccinazioni obbligatorie per poter frequentare la scuola dall’ anno scolastico 2017/18.
Tali vaccinazioni possono essere omesse solo in caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate e attestate dal proprio pediatra.
In tutti gli altri casi, senza essere stati sottoposti a queste vaccinazioni, i bambini da 0 a 6 anni non potranno essere iscritti nei nidi e nelle scuole dell’infanzia.
Obbligatori anche i vaccini nelle scuole elementari, medie e primi due anni di superiori.
In questi ultimi casi,però, non essere in regola con l’obbligo vaccinale non prevede il divieto di iscriversi alla scuola dell’obbligo.
Il nodo cruciale sulla fascia d’età ha visto il Ministro Lorenzin favorire quella da 0-10 anni, sostenendo le preoccupazioni del mondo scientifico sul calo delle vaccinazioni in Italia, il quale avrebbe peggiorato lo stato della salute pubblica.
In senso contrario, il titolare dell’Istruzione Valeria Fedeli, la quale sostiene che è sufficiente una prevenzione solo per la fascia d’età 0-6 anni. Sulla questione non ci sono, ancora, posizioni definitive.
Ad ogni modo, in assenza di uno o più vaccini la scuola riferisce all’ Asl, che ha l’obbligo di contattare la famiglia, dandole una scadenza per ottemperare alle vaccinazioni mancanti.
In caso di violazione dell’obbligo vaccinale per i genitori esercenti la responsabilità genitoriale e i tutori è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 7.500 euro.
Le multe vengono comminate dalle Aziende sanitarie.
Le sanzioni sono applicabili per ciascun anno dell’intero percorso della scuola dell’obbligo. Il dirigente scolastico è tenuto a segnalare alla Asl competente la presenza a scuola di minori non vaccinati.
La mancata segnalazione può, altresì, integrare il reato di omissione di atti d’ufficio punito dall’art. 328 c.p.
Il genitore o l’esercente la potestà genitoriale sul minore che violi l’obbligo di vaccinazione è segnalato dalla Asl al Tribunale dei minorenni per la sospensione della potestà genitoriale
In sintesi: obbligatorietà di 12 vaccini per l’iscrizione a scuola, maxi multe in caso di violazione dell’obbligo, sospensione della potestà genitoriale.
Sono queste alcune delle novità introdotte dal decreto legge sull’ obbligatorietà dei vaccini per l’accesso alla scuola.
Le prime reazioni, molto critiche, al decreto legge varato dal Consiglio dei Ministri arrivano dalle associazioni dei genitori e dei consumatori: sia per il Moige (Movimento Italiano Genitori) che per il Codacons il provvedimento è“incostituzionale”e si annunciano ricorsi.
La trasformazione delle vaccinazioni facoltative in obbligatorie costringerà a sottoporre i bambini ad una dose massiccia di vaccini, senza alcuna possibilità di una diagnostica prevaccinale, con conseguente incremento delle reazioni avverse che secondo l’Aifa solo nel 2013, per l’esavalente, sono state ben 1.343, di cui 141 gravi.
Inoltre, ai rischi connessi ai vaccini obbligatori si aggiunge anche un pesante conflitto con il diritto all’istruzione, senza pensare ai costi esosi a carico del Sistema Nazionale Sanitario.
“È incostituzionale – sostiene Affinita – un decreto che, per rispondere ad un picco epidemiologico sul morbillo, inserisce l’obbligo per altri vaccini che non hanno un quadro epidemiologico di necessità ed urgenza, proprio del decreto”.
Tutto questo avviene in netto contrasto con i consolidati orientamenti provenienti dalle esperienze europee, dove l’obbligo risulta quasi ovunque assente, e dagli organismi sanitari europei, che non suggeriscono l’obbligo vaccinale bensì politiche volte all’ informazione, raccomandazione, coinvolgimento, garanzie ed efficienza della rete vaccinale.
Il netto contrasto vi è anche tra le famiglie italiane, divise tra la paura degli effetti che potrebbero dare numerosi vaccini e il terrore di non proteggere abbastanza i propri figli, ove si scegliesse di non vaccinarli.
Una domanda, però, è lecita: è proprio indispensabile una misura così coercitiva come la sospensione della potestà genitoriale in caso di violazione?
Sembrerebbe, di gran lunga, sufficiente l’incertezza su ciò che è giusto o sbagliato e una sanzione amministrativa che, inevitabilmente, seleziona già le scelte delle famiglie.
Anna Rahinò