L’articolo pubblicato su Science dal National Snow and Ice Data Center. che è un istituto cooperativo per la ricerca nelle scienze ambientali che fa capo all’universita del Colorado a Boulder, ha un titolo netto (e sconsolante) a proposito dello scioglimento dei ghiacciai: “Saying goodbye to glaciers” cioè “Stiamo dicendo addio ai ghiacciai”.
Come lo scioglimento dei ghiacciai viene monitorato
L’articolo è più un consuntivo e una chiamata all’azione che la comunicazione dei risultati di qualche nuovo studio, in particolare nella parte introduttiva gli autori si concentrano su quanto negli ultimi anni (nel 21° secolo) sia diventato sempre più imponente il sistema di sorveglianza dello stato dei ghiacciai nel mondo, studiamo le variazioni su piccola scala coi sensori e quelle delle grandi masse coi satelliti, studiamo la variazione visiva della massa e persino quella volumetrica della massa totale grazie a satelliti che rilevano microvariazioni nella forza di gravità. Tutto questo per sgombrare il campo da ogni possibile equivoco: siamo perfettamente in grado di distinguere il clima dei ghiacciai dalla meteorologia dei ghiacciai e possiamo affermare con certezza che la riduzione dei ghiacciai è un trend climatico che rischia di essere irreversibile (in parte già lo è) e non una variazione “stagionale”.
Un po’ di dati sullo scioglimento dei ghiacciai nel mondo
Alcuni ghiacciai storici sono già completamente spariti, ad esempio alcuni ghiacciai nel Parco Nazionale dei Ghiacciai in Montana. Le immagini aeree e satellitari non lasciano al sicuro nessuna parte del globo, si ritirano i ghiacciai dell’Antartide e della Patagonia, così come quelli dell’Himalaya e del Kilamangiaro, l’Artico e la Groenlandia non stanno meglio, così come in Canada e i ghiacciai alpini.
Le proiezioni al computer poi ci dicono che questo è solo l’inizio, alcuni modelli prevedono che la Svizzera potrebbe perdere la metà (52%) dei suoi piccoli ghiacciai nei prossimi 25 anni e il Canada addirittura il 70% dei suoi grandi ghiacciai per la fine del secolo.
Per quel che riguarda l’innalzamento di mari ed oceani l’articolo scientifico punta il dito sulla situazione più preoccupante indicandola nella situazione in Antartide Occidentale, facendo riferimento a studi che dimostrano che il fatto che quei ghiacciai siano posti su un letto di rocce più basso del livello del mare rischia di velocizzarne lo scioglimento per colpa delle acque calde, noi ne abbiamo già parlato alcuni mesi or sono non appena le ricerche furono pubblicate.
Scioglimento dei ghiacciai: gli altri pericoli
L’innalzamento dei mari con la scomparsa di tante aree costiere densamente abitate è solo la conseguenza più macroscopica dello scioglimento dei ghiacciai, ma questi sono anche parte essenziale delle riserve idriche, inoltre la scomparsa dei ghiacciai avrà a sua volta effetti sul clima, chiudendo così il feedback, i cambiamenti climatici provocano lo scioglimento dei ghiacci e la scomparsa dei ghiacciai avrà effetti sul clima.
La conclusione dell’articolo è come avevo anticipato una chiamata all’azione, innanzitutto ad aumentare il sistema di sorveglianza perchè anche se adesso è diventata una priorità abbiamo bisogno di ancora più dati; poi ad iniziare a prepararsi a questi cambiamenti a cui andremo incontro per mitigarne gli effetti, perchè se da un lato combattere contro il cambiamento climatico contenendo le emissioni ha un senso, qui siamo su un altro piano, questo processo è ormai irreversibile.
I mari si alzeranno (di quanto è da vedere) molte riserve di acqua pura contenuta nei ghiacciai andranno perse, dobbiamo prepararci all’impatto.
Roberto Todini