OGGI, IN DATA 7 MAGGIO 2017, L’ASSEMBLEA NAZIONALE PROCLAMA MATTEO RENZI SEGRETARIO DEL PARTITO DEMOCRATICO E NOMINA LA SQUADRA DELLA SEGRETERIA DEL PD DAL 2017 AL 2021.
Si è svolta oggi 7 maggio, dalle ore 10:00 fino al pomeriggio, l’Assemblea che – a seguito dei risultati ottenuti alle Primarie Pd – ha proclamato Matteo Renzi nuovo Segretario del Partito Democratico, eletto il presidente Pd e la direzione.
L’incontro ha avuto luogo a Roma, presso l’Hotel Marriott.
Inno di Mameli, e poi un applauso al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
I DATI UFFICIALI DELLE PRIMARIE DEL PD, LETTI DA ROBERTO MONTANARI, PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE CONGRESSO
A Matteo Renzi, voti 1.257.091, pari al 69,17% dei voti validi.
Ad Andrea Orlando, voti 362.691, pari al 19,96% dei voti validi.
A Michele Emiliano, voti 197.630, pari al 10,87% dei voti validi.
Confermati i dati delle Primarie, sono stati eletti 700 delegati delle liste collegate a Renzi, 212 delegati per Orlando e 88 per Emiliano.
IL DISCORSO DEL NEO-SEGRETARIO DEL PARTITO DEMOCRATICO
Chiamato a prendere parola, Matteo Renzi rivolge un “Grazie a chi oggi si rimette in cammino”, e rievoca le dimissioni post-referendum, prospettando l’immagine di un Pd più unito. “Coesione” è la parola chiave.
“Cinque mesi fa, il 7 dicembre, concludevo l’Assemblea Pd dimettendomi da Premier”, ma questa “è l’esperienza di un popolo che si rimette in gioco.”
Con Gentiloni in prima fila, il neo-segretario inizia a togliersi qualche sassolino dalla scarpa. In merito alla svalutazione che lui stesso avrebbe fatto del governo Gentiloni, Renzi dichiara: “Nessuno del Partito Democratico ha messo o metterà in discussione il sostegno al governo della Repubblica guidato da Paolo Gentiloni. E lo diremo fino a fine legislatura”.
E poi tira giù un elenco di territori in difficoltà, come la Cecenia, dove i diritti umani non trovano terreno fertile. Proprio alla Cecenia, Matteo Renzi dedica una riflessione che recupera i valori fondanti del Pd. Il Partito, asserisce Renzi, “grida vergogna per chi, ancora oggi, immagina di poter costruire campi di concentramento per omosessuali”. Dopodiché ribadisce il successo della legge sulle unioni civili. Si prevedevano almeno 10.000 coppie ansiose di unirsi in matrimonio; stando ai giornali, tuttavia, poca gente è corsa a sposarsi (si contano “solo” 2.800 sì). Il Segretario del Pd si dichiara orgoglioso di quella legge. E a chi ha parlato di flop, risponde che aldilà dei numeri, contano i diritti.
“Questa è l’Italia: cultura, valori, diritti, ideali. Questo è il motivo per cui noi del Pd ci battiamo”.
LA LEGGE ELETTORALE
La legge elettorale ha la priorità assoluta, ma aggiunge: “Non ci faremo prendere in giro dagli altri partiti. Le altre forze politiche hanno bocciato il referendum costituzionale dicendo che in sei mesi avrebbero messo a posto il paese.”
“Noi abbiamo fatto varie proposte e ci siamo sentiti dire sempre e solo dei no. La responsabilità di quello stallo non è nostra”.
MATTEO ORFINI RICONFERMATO DALL’ASSEMBLEA NEL RUOLO DI PRESIDENTE DEL PD, CON 16 VOTI CONTRARI E 60 ASTENUTI SUI 1000 DELEGATI PRESENTI
Andrea Orlando era contrario alla riconferma Orfini. Non erroneamente, in quanto così facendo, la squadra per la Segreteria del Pd, oltre a ricordare eccessivamente quella vecchia, avrebbe finito col rimarcare i tratti dell’area tipicamente renziana.
INTERVENTI DI ANDREA ORLANDO E MICHELE EMILIANO
Il Ministro della Giustizia viene invitato a salire sul pulpito, pone l’accento su alcuni fatti importanti: la scissione. “È stata un errore drammatico, ma tra Berlusconi e Bersani continuo a preferire Bersani. Il Pd deve prendere il 40 percento, ma non a tutti i costi: senza il centrosinistra, il Pd è costretto all’alleanza con Berlusconi”.
Orlando auspica una collaborazione tra le diverse anime della Sinistra e denuncia apertamente gli errori del governo Renzi, imputabili ad una politica ricamata su quelli che non si esime dal definire “clientelismo” e “nepotismo”.
Michele Emiliano si dice d’accordo con Orlando.
A Renzi, il governatore pugliese promette lealtà sui programmi. E poi si lascia andare – stranamente – a un tono più “sentimentale” chiedendo al neo-Segretario di “mostrare un po’ della sua sofferenza, perché gli italiani non hanno bisogno di superuomini”.
ALTRE NOMINE DURANTE L’ASSEMBLEA
Barbara Pollastrini e Domenico De Santis sono stati eletti vicepresidenti con un voto contrario e dieci astenuti.
Francesco Bonifazi viene riconfermato nel ruolo di tesoriere nazionale con un undici astensioni e nessun voto contrario.
Maurizio Martina, il ministro alle politiche agricole, che ha sostenuto la mozione di Renzi “Avanti, insieme!” è stato eletto vicesegretario unico del Partito Democratico.
Questa è la squadra della Segreteria del Pd, dal 2017 al 2021.
Chiara Fina