In Calabria sei giovani su dieci non lavorano. Un disastro. Maglia nera d’Europa. Una realtà che non lascia intravedere prospettive rosee per il prossimo futuro.
Secondo i dati diffusi da Eurostat tre regioni italiane, la Calabria col 65,1%, la Sardegna col 56,4% e la Sicilia col 55,9%, figurano tra i dieci territori Ue col tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) più elevato nel 2015.
Peggio della Calabria solo due “encalve” spagnole in terra africana, cioè Ceuta (dove la disoccupazione giovanile è al 79,2%) e Melilla (72%). La Sardegna si trova invece in ottava posizione e la Sicilia è nona.
Inoltre, la Calabria, col 22,9%, si conferma anche nel 2015 la regione col tasso di disoccupazione più alto d’Italia (nel 2014 lo era col 23,4%) contro una media Ue del 9,4% e nazionale dell’11,9%. Mentre per la disoccupazione di lunga durata, la maglia nera spetta alla Campania, col 68,5% (lo scorso anno era la Sicilia col 69,3%), contro una media Ue del 48,3% e nazionale del 58,1%. Sempre in Calabria la percentuale di donne prive d’occupazione raggiunge il 41%.
La disoccupazione non è un problema nuovo in Calabria, da sempre questa terra è stata bistratta e dimenticata dal governo centrale. Di quale futuro continuiamo a parlare?
I politici nazionali e regionali, i sindacati, i dirigenti scolastici, le categorie sociali e tante associazioni operanti sul territorio devono svegliarsi. È urgente garantire un lavoro stabile e dignitoso ai giovani calabresi.