Il terremoto fa parte della terra e i suoi abitanti devono conviverci
L’uomo ha sempre dovuto fare i conti con i terremoti che son sempre esistiti perché causati dal movimento della crosta terrestre che cerca di assestarsi attraverso un moto che proviene da vari chilometri di profondità.
Pochissimi sono i posti dove i terremoti non hanno causato disastri e dove avvengono raramente (in Africa dove però sono presenti guerre civili e malattie come l’ebola).
Per questo l’essere umano dovrebbe tenere a mente che vive su una superficie sismica e dovrebbe prestare attenzione nei momenti più delicati.
Non tutti i terremoti sono uguali.
Esistono infatti tre tipologie di faglia: diretta o di distensione, inversa o di compressione e trascorrente.
La faglia diretta si ha quando la materia rocciosa è pressata da sforzi tettonici di distensione che spingono in parti opposte; la faglia inversa si ha quando c’è uno sforzo orizzontale di compressione; la faglia trascorrente si ha con un movimento orizzontale rispetto al piano di faglia verticale (un esempio di faglia trascorrente è quella di San Andreas).
Film reali o realtà da film?
Molti sono i film sulle catastrofi terrestri e sulle loro conseguenze.
Si vede bene nel film “2012” (per un bel po’) cosa succede alla crosta terrestre che provoca terremoti con magnitudo altissime che superano il nono grado.
E questa non è solo un’esagerazione da film.
Quando un blocco di crosta terrestre spinge contro un altro blocco si ha la faglia inversa.
Un esempio di terremoto di questo tipo l’abbiamo visto in Giappone nel 2011 con conseguente tsunami che si abbattè sulla centrale nucleare di Fukushima.
Nel nostro territorio, invece, una faglia di questo tipo è presente tra la Slovenia e l’Italia.
Gli scienziati che stanno studiando da diverso tempo questo terremoto, parlano di enormi buchi che vengono a crearsi sulla terraferma (ma potrebbero crearsi anche in mare) e si richiudono velocemente ingoiando tutto quello che trovano in superficie.
Il California Institute of Technology studia la faglia inversa
Questi buchi che si aprono possono essere decisamente profondi (da non confondere con i sinkhole che sono dei buchi che si aprono all’improvviso sul terreno e che ingurgitano tutto ciò che c’è sopra, ma che non si richiudono da soli).
Stanno studiando il fenomeno al California Institute of Technology, un’università privata di Pasadena; gli scienziati hanno riprodotto lo studio attraverso un modello che fa vedere dove si creano tensioni grazie alla fotoelasticità, grazie cioè alla luce che arriva ad illuminare le rotture e le deviazioni che si creano. Vengono riproposte le stesse condizioni che avvengono in natura per vedere cosa succede attraverso un movimento a faglie inverse. Dopo molti esperimenti gli stessi scienziati hanno notato l’allontanamento dei blocchi e l’improvvisa chiusura subito dopo.
Potrebbe presentarsi proprio uno scenario da film disastroso tale da far vedere realmente le scene di palazzi o auto che scompaiono inghiottiti dalla terra.
Lo studio è riportato su un’importante rivista inglese di scienza: Nature.
Marianna Di Felice