Hamas, l’organizzazione politica e paramilitare al potere nella Striscia di Gaza dal 2006, ha sottoscritto un documento nel quale accetta di modificare il proprio programma politico e approva la creazione di uno Stato palestinese entro i confini stabiliti nel 1967.
Nello stesso documento, come riportato da Al Jazeera, viene tuttavia specificato che Hamas continua a non riconoscere la legittimità dello Stato di Israele. L’organizzazione palestinese, inoltre, ha voluto sottolineare di essere un movimento islamico indipendente. L’intenzione era quindi di chiarire l’assenza di qualsiasi legame con i Fratelli Musulmani, considerati un gruppo terroristico.
La decisione è stata resa nota soltanto ieri sera a Doha, in Qatar. Khaled Mechaal, leader della fazione islamica in esilio, riportando il contenuto del documento ha dichiarato che:
“Senza compromettere il suo rifiuto dell’entità sionista… Hamas considera l’istituzione di uno Stato palestinese totalmente sovrano e indipendente, con Gerusalemme come capitale lungo la linea del 4 giugno 1967, con il ritorno dei rifugiati e degli sfollati nelle loro case da cui sono stati espulsi, come una formula di consenso nazionale”.
Hamas e i difficili rapporti con la comunità internazionale
La scelta parte di Hamas di riportare i confini palestinesi a quelli tracciati nel 1967 costituisce una svolta nella questione israelo-palestinese. Tale decisione è probabilmente dettata dalla necessità dell’organizzazione di mettere fine al proprio isolamento nella comunità internazionale.
Molti Stati, infatti, considerano Hamas un’organizzazione terroristica, tra cui il Canada, il Giappone, Israele, gli Stati Uniti. La stessa Unione Europea l’ha inserita nella lista dei gruppi terroristici nel 2003.
I rapporti restano quindi molto tesi, soprattutto perché l’obiettivo finale di Hamas non è cambiato. Lo scopo finale dell’organizzazione resta quello di riappropriarsi di tutta la Palestina. E tutto ciò continuando a negare l’esistenza dello Stato di Israele.
Tuttavia, la decisione di restare dentro i confini stabiliti per lo Stato palestinese dall’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) nel 1967 è un tentativo di ricucire i rapporti con le altre forze palestinesi, ma soprattutto con i governi stranieri. Impresa non semplice, dato che fino ad oggi gli Stati occidentali hanno sempre rifiutato ogni trattativa con l’organizzazione di Mechaal.
Hamas contro Israele: per Netanyahu il documento è “fumo negli occhi”
La reazione di Israele al documento di Hamas non si è fatta attendere. La notizia è arrivata proprio in concomitanza con l’inizio dei festeggiamenti per i 69 anni dalla nascita dello Stato ebraico.
L’ufficio del premier Benyamin Netanyahu ha reso noto che Israele rifiuta la dichiarazione di Hamas, definita come “fumo negli occhi“. Rifiuto ovviamente dettato dal fatto che l’organizzazione palestinese continua a perseguire la totale distruzione dello Stato ebraico.
Ranjitha Mancini