Il 18 novembre 1989 muore Denis Bergamini. La prima ipotesi porta al suicidio. Il calciatore si sarebbe fatto travolgere da un camion. Le dinamiche dell’incidente sono state date dalla fidanzata Isabella Internò. Lei racconta alla polizia che stavano in macchina e Denis Bergamini è sceso dalla macchina senza giubbotto nonostante lei gli avesse sconsigliato di farlo. In quel momento transitava sulla strada il camion di Pisano Raffaele e appena è giunto all’altezza della loro macchina il calciatore si sarebbe lanciato sotto le sue ruote. È stato un suicidio, o almeno quello che si è creduto fino ad ora con ben due chiusure del caso che ribadivano questo. Adesso con le nuove tecniche sviluppate le cose non convincono più e la famiglia forse potrebbe ottenere quello che chiede da anni, la verità.
Denis Bergamini è morto per un emorragia dovuta alla recisione dell’arteria femorale. Il camion sarebbe passato sopra di lui solamente dopo la morte per cancellare tutte le prove. Il corpo era intatto, aveva un ematoma alla tempia, vestiti puliti e un orologio funzionante. Tutto questo ha fatto prendere la decisione di riaprire il caso. Il 2 maggio verrà riesumato il corpo per sapere cosa sia realmente successo. Nel mentre sono state notificate due informazioni di garanzia una all’ex fidanzata Isabella Internò e l’altra a Raffaele Pisano proprietario e guidatore del camion che travolse Denis Bergamini.
Il procuratore di Castrovilla Eugenio Facciolla riapre il caso. “Procederemo con la riesumazione del cadavere di Denis Bergamini perché vogliamo approfondire con le tecniche di cui oggi si dispone tutti i possibili aspetti di quello che non è un suicidio, non è ipotizzabile come un suicidio”. E continua rispondendo alle domande di Raisport sul perché volevano ucciderlo “un mix di questioni sentimentali e di questioni legate ad altre tematiche. Il discorso droga è presente fin dai primi atti dell’indagine. La storia giudiziaria più o meno recente ci consegna Padovano, come un amico stretto di Bergamini. I due erano molto legati e avevano una conoscenza di rapporti e di situazioni diversa da quella di altri. Bergamini non era legato solo a Padovano ma anche ad altri, tra cui l’ex portiere Simoni e comunque c’erano anche altri soggetti”. Anche la complicità della mafia non va esclusa “Può essere. Il giorno del funerale sul pullman del Cosenza c’era anche la fidanzata di Bergamini con una busta che conteneva i vestiti del calciatore. Questa busta se la passarono, per un fatto affettivo, i calciatori. Poi però sparì. Gli abiti di Bergamini, infatti, non ci sono più. Subito dopo il funerale, inoltre, Padovano accompagnò la fidanzata di Bergamini a casa, fu invitato a salire con insistenza. Lui andò sopra e si trovò di fronte a una festa. C’erano pasticcini. Il giorno del funerale, quindi, stavano festeggiando. E’ un omicidio in concorso”.
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