Piagnoni studiati dall’Università di Warwick
Piagnoni, tanti piagnoni naturalmente si parla di neonati anche se per come son fatti certi (molti) italiani, tanti piagnoni son decisamente cresciuti.
Secondo una ricerca dell’Università di Warwick (città nella contea di Warwickshire, Inghilterra) i neonati italiani si piazzano al terzo posto nella classifica dei più piagnoni della terra, ma sono in ottima compagnia. Al primo e al secondo posto infatti ci sono gli inglesi e i canadesi, super piagnoni.
I più calmi sono i neonati danesi (sarà il freddo), tedeschi (sarà la disciplina che applicano nel loro paese) e giapponesi (sarà la tradizione che si tramanderà a livello genetico).
Il professore Dieter Wolke ha asserito che “I neonati mostrano molte diversità in base a quanto piangono nelle prime settimana di vita. C’è una serie vasta ma normale di variazioni. Possiamo imparare molto osservando le culture dove si registra meno pianto e se questo può dipendere dal ruolo dei genitori o da altri fattori che riguardano l’esperienza della gravidanza o la genetica”.
Piangere tanto o poco per molti motivi
Il pianto è, nei primi mesi di vita, il mezzo di comunicazione dei neonati che avvisano di eventuali dolorini o informano i genitori che hanno fame o che devono essere cambiati.
Ma effettivamente il pianto può essere anche un capriccio o un segnale di noia o una richiesta di contatto.
Uno studio di qualche tempo fa aveva rilevato una differenza di cura tra i genitori di Londra e quelli di Copenhagen, rivelando che questi ultimi avevano maggiore contatto con i loro bambini nell’arco della giornata.
I ricercatori dell’Università di Warwick hanno chiesto ai genitori di cronometrare il pianto dei loro pargoli (la ricerca si è espansa a 8700 neonati) riscontrando che nelle prime settimane di vita il pianto varia dai 117 minuti ai 133 minuti in un arco di 24 ore.
Tra la decima e la dodicesima settimana il pianto va, però, scemando quindi l’udito della mamma e del papà può tornare nella normalità!
Scherzi a parte questo studio vuole aiutare i genitori per distinguere un pianto normale da un pianto eccessivo per dare sostegno ai genitori.
Capire per vivere meglio
Un aiuto per comprendere il motivo di tale pianto che potrebbe diventare sintomo di stress per i genitori.
“Il nuovo schema del tempo di pianto dei bambini nei Paesi industrializzati”, sostiene Wolke, “aiuterà i professionisti della salute a rassicurare i genitori, e capire se il pianto del proprio bambino rientra nel range atteso nei primi 3 mesi di vita o se il neonato mostra pianto eccessivo, che può richiedere un’ulteriore valutazione e un sostegno supplementare per i genitori”.
Molti vagiti sono dati da comportamenti sbagliati dei genitori che costringono il neonato a comportarsi alla maniera dei grandi.
Volere un figlio è un pensiero bellissimo che quando si realizza fa in molti casi sparire la nuvoletta da favola che il soggetto sognante aveva creato nella mente.
I mesi di attesa e tutti i fastidi (piccoli o grandi), il dolore del parto e il fatto di avere un pargoletto che non è autonomo può riportare alla dura realtà.
Basta adattarsi al piccolino e non far adattare il pargolo alla vita degli adulti.
Marianna Di Felice