Chi sia Vincenzo De Luca, Presidente della Regione Campania, ce l’hanno raccontato a chiare lettere le sue inqualificabili parole alla vigilia del referendum. Se dici che il personaggio è squallido, rischi di offendere lo squallore. Per quanto mi riguarda, non credo che, lasciandosi andare alle dichiarazioni che ascolterete tra poco, De Luca pensasse che il microfono fosse spento. Chi intende la politica come prevaricazione e passa per mille bandiere pur di conservare poltrone e potere, mira soprattutto a intercettare i peggiori istinti degli elettori.
De Luca probabilmente sapeva perfettamente che il microfono era acceso. Quello che contava per lui era di poter dare del pazzo e dell’incapace all’avversario politico, attribuire poi ad altri il suo pensiero per rafforzarlo e spingere al dileggio, indurre al disprezzo, alimentare l’odio, fare delle parole un manganello mediatico e sostenere a tutti i costi e in ogni modo una campagna di diffamazione, che si accompagna all’uso strumentale del potere. Un potere di cui l’esponente del PD si serve come un corpo contundente, per colpire, ferire e se possibile distruggere, senza badare minimamente alle ricadute che i suoi comportamenti hanno sui cittadini. Aspettare quattro mesi senza assegnare fondi che è obbligato a consegnare alla città di Napoli e aggravare così le già difficili condizioni dei cittadini, significa per lui semplicemente mettere in difficoltà chi, senza quei soldi, non può amministrare. Questo è il suo scopo e lo persegue tenacemente, pervicacemente, secondo le regole di una vita politica sempre più imbarbarita.
In quanto al Questore, tirato in ballo, dio solo sa se per caso, o per accordi presi, naturalmente smentisce. Strano a dirsi, però, si guarda bene dal puntare il dito su comportamenti diffamatori, mentre un dato di fatto appare a questo incontrovertibile: dei due, uno mente, Napoli, però, se li deve tenere entrambi e poi ci si lamenta che i cittadini si allontanano dalle Istituzioni. E che altro dovrebbero fare?
Dopo la lunga ma necessaria premessa, ecco il fuori onda. Fuori onda, naturalmente, è anche il PD. Ma questo non fa più notizia.
Giuseppe Aragno