CONSIP, IL LEGALE DI RENZI COMMENTA LA DEPOSIZIONE DI MARRONI: CONTRASTA CON FATTI
Se Luca Lotti, collaboratore fidato di Matteo Renzi, è riuscito a saltare indenne l’asta della gogna da lui definita “politico-mediatica” sul voto di sfiducia nei suoi confronti, ora gli occhi sono tutti puntati sulle mosse di Tiziano Renzi. Il suo legale, Federico Bagattini spiega che “Non sarà fatta alcuna istanza di incidente probatorio”. Procedura, questa, a cui si ricorre per acquisire una prova nei tempi precedenti al Processo. In genere, se ne fa richiesta quando v’è il rischio che l’attesa della fase dibattimentale vera e propria possa compromettere la “genuinità” della prova stessa. Ma non sarebbe questo il caso. Semmai, aggiunge Bagattini, potrebbe essere necessaria una nuova: “riconvocazione”.
E ad essere riconvocato sarebbe l’amministratore di Consip Luigi Marroni, tuttora in carica col benestare di Padoan.
Marroni, ricordiamolo, è colui che ha sventato l’Inchiesta Consip facendo rimuovere dal proprio ufficio le cimici che le autorità avevano nascosto per capire chi voleva mettere le mani sull’“appalto più ricco d’Europa”. Marroni aveva già fornito la propria deposizione a Dicembre, quando ancora nessuno s’interessava all’Inchiesta Consip. Persino quando i nomi del Ministro dello Sport Lotti, Tiziano Renzi, il presidente della Publiacqua Vannoni e il generale Saltamacchia erano già usciti. Ci sono voluti due mesi per far maturare il semino della notizia e farlo diventare una spina. E il primo fianco disponibile sembrerebbe proprio quello Matteo Renzi.
Candidarsi alle Primarie per la Segreteria del Pd non dev’essere un gioco da ragazzi quando tuo padre è indagato per traffico d’influenze. Ma ambo “i Renzi” hanno “fiducia nella magistratura”. E i sondaggi danno l’ex-Premier in testa. Il 75% degli elettori starebbe dalla sua parte; mentre convincerebbero poco o affatto i suoi avversari, Emiliano e di Orlando.
IL PIZZINO INCRIMINATO: IL RISVOLTO CHE POTREBBE DANNEGGIARE TIZIANO RENZI:
Intanto, nell’impossibilità attuale di dimostrare se qualcuno, oltre all’imprenditore Alfredo Romeo e al dirigente di Consip Michele Gasparri, abbia realmente intascato alcuna somma di denaro, assumerebbe contorno più definito il ruolo giocato da Tiziano Renzi nell’Inchiesta. La Procura di Roma ha rivolto contro il padre dell’ex Premier un’ipotesi d’accusa di traffico d’influenze. Egli avrebbe organizzato gli incontri tra il faccendiere Carlo Russo, imprenditore e suo caro amico, e l’amministratore delegato di Consip Luigi Marroni. Russo avrebbe agito tramite Renzi Sr. per soddisfare i propri interessi nella gara di appalto indetta da Consip. L’appalto in questione è l’ormai arcinoto Facility Management 4, alias Fm4, del valore della bellezza di 2,7 miliardi di euro.
Il Procuratore Mario Palazzi, titolare del fascicolo Consip, si è rivolto a un perito grafologo e da un’attenta indagine ieri è ufficialmente emerso che il pizzino che riporta “T. 30 mila al mese”, rinvenuto insieme ad altri nella discarica a due passi dall’ufficio di Romeo, in via della Pallacorda, sia da attribuirsi alla mano di Alfredo Romeo. Un risvolto che incastra l’imprenditore napoletano e che lascia spazio a qualche dubbio sulla linea difensiva di Renzi Sr., il cui avvocato, entrato in possesso dei verbali di Marroni, ha asserito che Luigi Marroni “ha escluso che l’oggetto degli incontri a suo dire avuti con Carlo Russo fosse l’imprenditore Romeo e/o aziende a questi riconducibili”.
Ed ha aggiunto che gli incontri tra Carlo Russo e Tiziano Renzi “sarebbero da collocare tra gli ultimi mesi del 2015 e il marzo del 2016”, dunque, almeno 9 mesi prima degli interessamenti citati nelle intercettazioni ambientali ricavate dalle cimici. Se ciò fosse vero, questa ipotesi andrebbe tutta a vantaggio di Tiziano Renzi, accusato di avere favorito Romeo nel corso del 2016.
Eppure i pizzini, con accanto iniziali di nomi di ciascun interessato e cifre, rappresentano elementi importanti per la Procura di Roma, prove da integrare alle conversazioni registrate dalle microspie. In tali circostanze, pare che Romeo organizzasse la distribuzione del denaro scrivendo su un foglietto di carta i destinatari di ciascuna somma: forma di precauzione per paura di indagini e cimici nel suo ufficio.
Attualmente sono stati chiamati al “Riesame” anche i vecchi processi in cui fu implicato Romeo e dove fu sempre assolto dalla prescrizione.
Chiara Fina