Il 15 marzo è la data delle elezioni in Olanda. Il sistema elettorale olandese è un sistema proporzionale puro dove con lo 0,5% si ha l’accesso al Parlamento. Si fa presto ad immaginare che i governi siano sempre molto frazionati e per riuscire a governare ci sia sempre stato il bisogno di grandi coalizioni. Mai nessuno, fino ad oggi, è riuscito ad avere la maggioranza assoluta. In gara quest’anno ci sono 28 liste tra cui il Pvv di Geert Wilders che potrebbe essere il primo partito a riuscire nell’impresa di raggiungere la maggioranza.
Geert Wilders è deputato dal 1998 quando militava tra le file del Vvd. Dopo essere stato espulso dal partito fonda il Partij voor de Vrijheid (Partito della libertà) più semplicemente Pvv. Ha dichiarato che le sue idee sono vicine a quelle di Margaret Thatcher e del conservatore anti-Islam Pim Fortuyn, assassinato nel 2002. L’ odio verso l’Islam è un suo tratto distintivo infatti ha dichiarato, durante una sua intervista in televisione, che l’Islam è come il nazionalsocialismo, le Moschee sono come Templi dei nazisti e il Corano è come il Mein Kampf di Adolf Hitler.
Il suo programma, che nel 2016 è stato condannato per incitamento alla discriminazione, ha due punti fondamentali: ridare agli olandesi il potere e arrestare l’invasione islamica. È un convinto antieuropeista e vuole uscire dall’Unione Europea.. Dopo la Brexit se il suo piano di uscire dall’UE riuscisse, tenendo d’occhio anche l’eventuale vittoria della Le Pen in Francia che vuole la stessa cosa, potrebbe portare seri problemi ad un Europa che inizia vacillare.
Tutti i partiti che affronteranno le elezioni olandesi, tra cui il più importante è il Vvd di Marck Rutte campione in carica, hanno dichiarato che qualora il Pvv avesse la maggioranza loro non sarebbero disposti a coalizzarsi con lui. Anche se i programmi di molti partiti non differenziano molto da quello citato, sempre adottando toni più pacati, nessuno se la sente di stare dalla parte di Wilders. Una coalizione potrebbe nascere nell’eventualità di vittoria del Pvv e sarebbe una coalizione di opposizione intenta ad escludere il partito di maggioranza. Vista questa ipotesi il leader Wilder promette che la sua voce verrà ascoltata e farà di tutto per mantenere le sue promesse.
Wilder non ha un grande carisma ma riscuote comunque successo. L’assassinio del regista olandese Theo Van Gogh da parte di un mussulmano ha cambiato gli schemi della politica interna olandese. Il regista era stato messo nel mirino per via del suo documentario Submission dove proiettava versi del corano su donne nude. La morte del regista nel 2004 combacia con la nascita del Pvv. Wilder ha una taglia sulla testa da parte di Al Qaeda tanto che ha dovuto bloccare la sua campagna elettorale. Questo lo avvicina molto alla vicenda di Van Gogh e lo rende un paladino credibile alla lotta contro l’invasione. Questo tema molto sentito in Olanda lo fa apparire come l’unico in grado di riuscire nell’impresa.
Su 28 liste presentate il Pvv è l’unica che realmente riesce a parlare alla pancia delle persone che adesso vogliono sentirsi dire quello che Wilder gli dice. Con questo il Pvv rischia di arrivare al 20% ed essere il primo partito ad avere una maggioranza assoluta. Un partito che ufficialmente non ha neanche iscritti, neanche coloro che si presentano in questa lista o sono in parlamento. La maggioranza dei voti arrivano dalle periferie olandesi e sopratutto dai paesi che stanno al confine, questo secondo i sondaggi che adesso non sono più tanto affidabili.
Il problema rimane che la vittoria con una maggioranza del Pvv potrebbe portare una fragilità interna maggiore visto e considerato che nessuno, almeno a parole, vuole avere nulla a che fare con loro. Il parlamento sarà concentrato ad escludere l’eventuale vincitore tralasciando i problemi. Nonostante a nessuno piacciano le idee di Wilder le percentuali continuano a salire e il più controverso politico d’Europa potrebbe farcela. Molti fanno degli scongiuri perché questo non accada per molti motivi, tra qui la possibile Nexit, e molti altri lo osannano. Queste rimangono ancora tutte ipotesi, solo le urne del 15 marzo faranno chiarezza, quindi aspettiamo e vediamo.
Claudio D’Adamo