Di Pino Aprile
Cos’è la rivoluzione? È fare. E cosa ci si aspetta faccia una rivoluzione? Che lasci il mondo un po’ migliore di come era prima. E chi fa la rivoluzione? Il popolo, ovvero, ognuno fa una cosa, che da sola non è niente, o quasi; ma quelle cose che non sono niente, o quasi, tutte insieme sono la rivoluzione.
Quant’è grande la rivoluzione? Ah, questo non si sa; si sa soltanto che comincia piccola. A volte, solo a distanza di trempo si capisce che quella cosa piccola era la rivoluzione. Ci sono casi, in cui i figli di quelli che la fecero sono in grado di poter dire che sì, quella fu la rivoluzione.
Che ne so…, prendete un parco pieno di monnezza. Quanta? Tanta, ma proprio tanta. «Mica ci eravamo resi conto che fosse tanta!», hanno detto dopo quelli che andarono a toglierla. Ecco, e siccome nessuno la toglie, decidete di toglierla voi. Vi spetta? No, sarebbe compito, anzi, si dice “competenza” altrui. Ma altrui non fa, non può, non ha i mezzi, o la volontà, o il tempo.
Allora qualcuno dice: e io non ho più la pazienza di aspettare. Così, per dire, domenica scorsa, circa duecento persone si sono date appuntamento al parco di Pianura, un polmone verde di Napoli, ma ridotto piuttosto fetente. Si dovevano vedere alle 10, ma alle 9 c’erano già ragazzi che si facevano il polmone tanto.
C’erano famiglie intere (ottimo: ora i bambini sanno come si fa); soprattutto tanti giovani, ma anche professionisti, insegnanti, operai… Uno di loro (lo conosco bene), è diventato “L’uomo con la carriola”. Era lì con moglie (professoressa d’inglese) e figlia (universitaria). Per dire del clima, “l’uomo con la carriola”, poco dopo è diventato per tutti “Domenico” (proprio diventato, no: è Domenico da quand’è nato). Tanto è bastato; ed era giusto così: non c’era bisogno di sapere che ha tre lauree, è un alto ufficiale della Finanza, è pure commendadore e qualche altra cosa ancora. E veniva da Salerno. Mentre “il signor Massimo”, da Giugliano; le due famiglie che si muovevano in gruppo, erano partite da Ponticelli insieme…
“L’evento di ieri a Pianura è stato straordinario perchè è arrivato dopo un mese di presenza continua sul territorio, ha visto coinvolte molte associazioni”, leggerete sui siti che riferiscono della cosa. E anche questo: “Nessun politico ci ha aiutato a costruire l’evento. Questa non vuole essere un’accusa verso le istituzioni, bensì questo vuole essere soltanto un invito al riflettere per chi c’era: questo evento è il vostro, non delle istituzioni, questo evento è del popolo napoletano, prendetene atto e sentite addosso la Responsabilità!”
Non solo: “Due giorni prima dell’evento un Consigliere Comunale ha mandato ad uno di noi un sms con scritto in maniera garbata che era meglio disdire l’evento, perché se l’avessimo fatto avremmo rischiato l’ arresto!”. Boom! Come si vede, a sua eccellenza non manca la fantasia.
Qualcuno potrà dirmi: non starai esagerando per un po’ di monnezza tolta? Beh, no, la monnezza non era poca, ma tanta; i tombini scoperti, a rischio di finisci dentro; i canali interrati. Eh, no, non esagero. Quando la gente si mette insieme per fare qualcosa di buono, ha già superato la linea della rivoluzione, che consiste nel fare qualcosa di nuovo e (quasi sempre) buono, uniti. Cominci con il parco da ripulire, poi, visto che ci sei…, hai visto mai?
Ecco perché toni come questi: “Grazie a Napoli, che nel 2017 è capace ancora di ispirarci e darci la forza per difenderla. Un parco strappato ai Pianuresi che però ieri hanno dimostrato di avere la forza di voler riappropriarsi dei propri spazi. È stato emozionante, intenso, ci siamo commossi nel guardare i bambini che ci hanno aiutato a ripulire e dopo hanno giocato a calcetto nel campo che abbiamo deforestato. Pianura è stata una battaglia intensa, abbiamo trovato persone che come noi non chinano il capo e non si arrendono, e tutto questo ci ha riempito il cuore di gioia. È stato bello, meraviglioso condividere questo sogno con così tante persone. Non ci fermeremo qui, soprattutto grazie alla forza che abbiamo sentito ieri!”.
Attenti alla monnezza: una delle più belle storie di questo genere è stata la ripulitura della valle di Scordia, in Sicilia, a opera di un piccolo gruppo di volontari. E, ripulendo ripulendo, a Scordia si sono pure ripuliti della mafia, facendo la più grande associazione antiracket d’Italia. E nella Terra dei Fuochi, per non farsi sommergere dalla monnezza importata dalla camorra con la benedizione dello Stato, avete visto come sono stati capaci di associarsi, portare centomila persone a Napoli, tutti i giornali del mondo a denunciare lo stupro di un paradiso, eccetera?
La monnezza è pericolosa per il potere, che usa gettarla addosso al popolo; e quello subisce, finché uno comincia a dire: non sono una discarica, ho la mia dignità. E un altro gli dà ragione: anch’io. E anch’io, e anch’io…
Così, si trovano in duecento a Pianura. E comincia la rivoluzione. Quella che non sporca per terra, anzi, pulisce