L’inizio.
La nostra storia comincia a Los Angeles, Università della California.
Siamo negli anni cinquanta, in primavera. Lo studente universitario Edward O. Thorp sta per terminare il suo secondo anno di graduate degree in fisica (corrispondente più o meno al nostro master universitario).
L’idea che gli viene in mente è questa:
E’ possibile battere la roulette ?
In base agli studi matematici che conosceva, condotti prima di lui da Albert Hibbs e Roy Walford la risposta era no. A meno che non fossero presenti nella ruota stessa delle distorsioni. In effetti basandosi sullo studio di tali distorsioni Hibbs e Walford nel 1947 avevano battuto più volte il banco ai casinò di Reno e Las Vegas.
Ma un teorema matematico per predire l’uscita dei numeri non esisteva.
L’idea.
La strategia utilizzata a Reno e Las Vegas non era più praticabile. Le roulette alla fine degli anni cinquanta erano oggetti ben costruiti e venivano controllate regolarmente. Ma Thorp è un tipo ostinato e determinato e le sfide gli sono sempre piaciute.
Decide di utilizzare il punto di forza stesso della roulette, cioè la loro precisione, a suo vantaggio.
La pallina diventa un pianeta, la ruota un sistema orbitale. Fatto questo gli non restava che calcolare la posizione e la velocità della pallina e della ruota per ottenere il punto esatto in cui si sarebbero trovate dopo un dato numero di giri. Un simile sistema richiedeva naturalmente che la scommessa venisse effettuata dopo che la pallina fosse stata lanciata.
Con questa nuova idea in mente Thorp che all’epoca ha 22 anni decide di costruire una macchina in grado di battere la roulette.
Una parentesi complessa.
Vero è che Thorp come ogni buon matematico e fisico che si rispetti aveva ridotto un problema estremamente complesso nelle sue parti più semplici.
In questo caso velocità e posizione. Ma pensare di aumentare anche se di poco le probabilità di vincita in questo gioco è cosa non da poco.
La percentuale matematica di vantaggio del banco sul giocatore nella roulette europea è del 2,7%. In quella americana invece dove di zeri ce ne sono due siamo al 5,3% a sfavore di chi gioca.
Di numeri ce ne sono in totale 37 (o 38 con uno zero in più) colorati alternativamente in rosso e nero. Lo zero è di colore verde. Le combinazioni su cui si punta, a seconda delle regole, possono essere svariate ed ognuna di loro ha una propria quotazione. Plein, Cheval, Carré, Collonne sono tutti esempi di puntate. Naturalmente ce sono molte altre in un gioco le cui regole sono state codificate qualche centinaio di anni fa senza subire da allora alcuna variazione significativa.
Il progetto e un nuovo alleato.
Thorp ha già tutto in mente. Intende costruire un calcolatore indossabile (a wearable computer) capace di prevedere la traiettoria della pallina sulla ruota e dove si fermerà con un’approssimazione tale da permettergli di aumentare considerevolmente il vantaggio sul banco.
Si mette subito al lavoro. Per i suoi esperimenti impiegherà una roulette di dimensioni inferiori alle originali e un dispositivo di ripresa avanzato per filmare e cronometrare la velocità di rotazione della ruota e della pallina. Il cronometro impiegato era capace di una precisione al centesimo di secondo.
Tuttavia le dimensioni inferiori della roulette le conferivano una maggiore instabilità rispetto a quelle dei casinò, inoltre necessitava di ulteriori dispositivi per poter realizzare il computer vero e proprio.
Fu allora che al MIT incontrò Claude Elwood Shannon.
Ma come hanno fatto?
I due si mettono subito al lavoro. Due menti geniali dotate di una creatività fuori dagli schemi.
È grazie al loro incontro che il computer indossabile per battere la roulette prende vita. Con l’equipaggiamento di Shannon e questa volta con una roulette delle giuste dimensioni calcolarono le curve, le traiettorie e la velocità della pallina e della ruota. Divisero poi la ruota in otto parti ognuna della quali corrispondente ad una nota musicale. In questo modo il loro computer dopo aver calcolato la traiettoria e velocità avrebbe inviato un segnale sotto forma di nota corrispondente al settore con la maggiore probabilità in cui la pallina si sarebbe fermata.
Due fisici con mogli a Las Vegas.
È vero. Ci andarono proprio con le loro mogli. La banda aveva in effetti bisogno di qualche membro in più. Fu una vera fatica preparare e tarare il dispositivo. Le vincite non furono di certo clamorose, ma il principio di funzionamento del dispositivo si rivelò corretto.
Erano riusciti nell’intento di realizzare un calcolatore delle dimensioni di un pacchetto di sigarette e tanto bastò quando anni dopo la storia venne alla luce per farli entrare nella Hall Of Fame degli inventori.