“Il sesso finirà nel 2030” questo è quello che profetizza, anche un po’ per smuovere gli animi, David Spiegelhalter nel suo saggio Sex by the numbers. Una provocazione a prima vista ma non troppo se ci si guarda intorno.
Prendendo per esempio il Giappone i numeri fanno paura. Il 40% dei singole tra i 18 e 34 anni sono ancora vergini. Per questo entro il 2060, se non si muoverà nulla, la popolazione sarà di un terzo. Se il trend non cambierà in fretta l’università di Tohoku ha calcolato che il 16 agosto del 3766 la popolazione giapponese sarà estinta. I fattori sono molti tra cui il lavoro. Il Karoschi è la morte per troppe ore di lavoro, in Giappone è molto diffusa. Per questo il tasso di natalità e di matrimoni è sempre più basso, si pensa più a lavoro che non alla famiglia. Per alleviare la solitudine la tecnologia è venuta in aiuto. Nel Sol Levante è possibile acquistare Azuma, fabbricata da Gatebox, che è una moglie- ologramma. Lei ti spiccia casa, ti manda messaggi d’amore per non farti sentire solo, ti ricorda di prendere l’ombrello se piove, ecc. ecc. Una moglie perfetta e con un dettaglio che la rende migliore agli occhi di tanti, se ti stufa basta spegnerla.
Passiamo in Svezia per continuare ad analizzare questo cammino che ci porterà alla fine del sesso e dell’amore. Il documentario dell’italo-svedese Erik Gandini La teoria Svedese dell’amore ci mostra un paese pieno di solitudine. La metà della popolazione svedese vive da sola e sola muore. Una persona ogni 4 muore e nessuno se ne rende conto. Le donne che hanno figli senza partner sono in aumento, almeno per il tasso di natalità la Svezia sta coperta, ha 1,88 figli ogni donna. Un dato positivo in un mare di tristezza solitaria.
Ma a noi Italiani cosa ci interessa delle sciocchezze di questi paesi lontani, noi abbiamo il fuoco italico che scorre nelle vene, sesso e amore è il nostro pane. E invece no. Come sempre in ogni classifica che si analizza noi dobbiamo sempre lottare per non retrocedere. Siamo il secondo paese più vecchio del mondo dopo il Giappone, la media degli anni degli italiani sono 45 mentre dei giapponesi sono 47. Secondo posto questa volta è un male perché vuol dire che non procreiamo e fra qualche anno saremo un paese di vecchi, soli e senza figli, un enorme circolo bocciofilo a cielo aperto. Questo viene avvalorato dai dati delle natalità, in questa classifica siamo ultimi in Europa. I single, parola delicata per non dire soli, sono 8 milioni in Italia, aumentati del 40% in dieci anni.
I problemi di questa cosa sono molteplici e il primo di tutti l’incertezza per il futuro. Qui parliamo sempre delle stesse cose scontate. Senza lavoro, senza soldi non è minimamente immaginabile andare a vivere lontano dai propri genitori, come si fa a pensare di poter fare una famiglia. E questo è un problema troppo ampio da affrontare ora. Ma una soluzione spero si trovi. La cosa che mi sconcerta di più sono le dichiarazioni di molte persone che sostengono di non trovare un partner per fare sesso o l’amore. Il concetto di base è che le donne credono che gli uomini sono tutti vigliacchi e gli uomini credono che le donne sono tutte fredde. Quindi nessuno ci prova con nessuno e tutti si chiudono su quei siti di incontro che ti danno l’illusione di essere molto socievole e anche alquanto bravo nell’arte del rimorchio e poi alla fine di reale resta solo il letto su cui stai chattando. Per evitare questo adesso in Italia stanno spopolando gli speed date. Il gioco funziona che l’uomo aspetta e le donne passano da un tavolo all’altro. Hai pochi minuti per fare colpo e alla fine se sei piaciuto ti rivedi con la prescelta senno vai a casa. Tutto questo lo decidono le donne. Si cercano sempre più escamotage per conoscere uomini o donne, ma sembra che non si risolva nulla.
C’è poco da cercare l’andazzo è questo, il sesso finirà nel 2030. 13 anni godeteveli, non sia mai che cambi qualcosa.
Claudio D’Adamo