The migratory cooks : CUOCHI E RIFUGIATI?… DAVVERO?
E se ci sbarazzassimo della solita retorica che riduce i rifugiati a delle vittime, statistiche oppure peggio ancora a una minaccia? I rifugiati sono i nostri vicini, persone come tutti noi, persone con una storia, una famiglia, dei sogni, persone che ora però a causa di gravi motivi e non per colpa propria sono in difficoltà nel costruire il proprio futuro. Ciascuno di loro portaSi con sé competenze e conoscenze che devono essere valorizzate, incluso ad esempio, la loro cucina e tutti i nuovi sapori ad essa collegati. Una campagna di crowdfunding con la collaborazione della piattaforma Ulule è nata per appoggiare l’iniziativa e permettere di passare da un’attività di piccole consegne a domicilio alla creazione di una struttura vera e propria, per diffondere la cultura culinaria di paesi lontani e offrire ad altri migranti contratti a lungo termine.
Più di 20 giornali nazionali francesi e media internazionali hanno parlato di The migratory cooks , dal giornale francese Paris Match al New York Times, e tante aziende hanno già dato fiducia per l’organizzazione dei loro eventi.
The Migratory Cooks dispone attualmente di un team di 6 cuochi, tutti e sei rifugiati originari di diversi Paesi: Siria, Etiopia, India, Iran e la Cecenia. Ognuno di loro arriva quindi con una cultura, un percorso e una religione diversa. Insieme collaborano dietro le quinte della cucina per creare e condividere la cultura gastronomica e i sapori dei propri Paesi.
Ad oggi hanno raggruppato oltre 100 ricette originali per mettere in luce e offrire più ricchezza, autenticità e diversità al panorama della gastronomia in Francia: muammarah (caviale di peperoncino rosso – Siria), fesenjan (stufato di pollo con noci e melograno – Iran), hingalsh (frittella dolce cecena con zucca e timo), … abbastanza diversità da far venire l’acquolina in bocca pure ai più difficili!
PIù di 8.000 persone hanno già assaggiato la loro cucina per accompagnare cocktail, durante eventi di catering, ad una fiera di street food l’estate scorsa oppure durante i loro pop-up brunch / le loro pop-up cene in collaborazione con vari ristoranti. Hanno anche co-organizzato il primo Refugee Food Festival a Parigi a Giugno (con posti esauriti poco tempo dopo l’apertura della biglietteria).
Iniziativa decisamente interessante, che se diffusa potrebbe offrire utili spunti e idee per la realtà che caratterizza i nostri confini nazionali.