Una mostra all’insegna della tutela tricolore
“Nelle circostanze in cui viviamo, e dopo i recenti terremoti, nessun argomento poteva essere più calzante di quello scelto per la mostra di quest’anno: come esprime il suo stesso titolo, La tutela tricolore. I custodi dell’identità culturale essa stimolerà nel pubblico quella riflessione auspicata dal Direttore Eike Schmidt, non solo narrando gli avvenimenti storici che hanno coinvolto e troppo spesso ferito il nostro patrimonio culturale dalla Seconda Guerra mondiale ai nostri giorni, ma anche le azioni legislative e istituzionali che hanno il compito di proteggerlo e custodirlo per le future generazioni.”
La tutela tricolore, I custodi dell’identità culturale, come da comunicato stampa, è una mostra che si inquadra perfettamente nell’epoca che stiamo vivendo.
È di ieri la notizia della possibilità di pagamento del biglietto per visitare il Pantheon, a Roma.
“Il monumento potrà poi contribuire al fondo di solidarietà, come fanno il Colosseo e tutti gli altri musei, versando il 20 per cento degli incassi.”
Questo quanto detto dal Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, dopo l’annuncio della creazione di un nuovo Parco Archeologico del Colosseo.
Ma cosa c’entra tutto questo con la mostra La tutela del tricolore?
La mostra, che dal 20 dicembre ormai è visitabile all’interno dell’Aula Magliabechiana della Galleria degli Uffizi di Firenze, ha l’intento di recuperare quella sensibilità e quella consapevolezza del patrimonio artistico italiano.
“Un bene prezioso che appartiene all’intera umanità e deve essere salvaguardato e trasmesso alle prossime generazioni nella sua integrità. Un compito nobile che l’intero Paese è chiamato ad assolvere, come ben ci ricorda questa mostra.”
In una fase di grande polemica per l’iniziativa del Ministro Franceschini, torna attuale la questione della conservazione e della cura del patrimonio artistico e culturale italiano. La tutela tricolore, appunto. La tutela di un patrimonio immenso, “frutto delle numerose civiltà che nei secoli sono fiorite sul nostro territorio”.
Le sezioni
La tutela tricolore si articola in otto sezioni che raccontano i crimini contro il nostro patrimonio.
La prima sezione, Il crimine contro l’arte, racconta dell’attacco terroristico di stampo mafioso agli Uffizi il 27 maggio 1993. La seconda, L’azione di Rodolfo Siviero e la sua eredità, il recupero delle opere che vennero trafugate nel corso dell’ultimo conflitto mondiale.
Abbiamo poi Beni archeologici e diplomazia culturale, che espone numerosi recuperi archeologici, provenienti talvolta da scavi clandestini, usciti illecitamente dall’Italia.
I Carabinieri dell’arte a grandi passi verso i primi cinquant’anni, all’interno della quale troveremo recuperi di dipinti, reperti archeologici, ed altri oggetti che raccontano, in occasione del cinquantesimo, il cammino del Comando Tutela Patrimonio Culturale.
Scoperte fortuite: l’etica del cittadino è invece la sezione che più guarda da vicino lo spettatore, enumerando quei cittadini che sono stati protagonisti di recuperi e ritrovamenti.
Infine La globalizzazione del crimine, “che espone le Oreficerie Castellani rubate dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia il 30 marzo 2013, su commissione di una facoltosa signora russa che ambiva a possederle, e che sono state fortunatamente recuperate grazie alle indagini e agli interventi dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.”
Un patrimonio da conservare
Quanto ieri dichiarato dal Ministro Franceschini ha riaperto un dibattito importante sul patrimonio artistico italiano, come su detto, legato anche ai metodi e agli strumenti necessari alla sua cura e conservazione.
Delle volte tuttavia a che si capisca l’importanza di uno strumento, del semplice pagamento di un biglietto ad esempio, è necessaria la consapevolezza di ciò che si ha.
La tutela tricolore è un’esperienza sublime sulla strada della sensibilizzazione e della riscoperta della ricchezza artistica dell’Italia, vittima di soprusi, stupri, ruberie, ma sempre pronta a rinascere. Grazie alle istituzioni e grazie a dei comuni cittadini.
Una mostra, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, aperta fino al 14 febbraio 2017, è il primo passo di un cammino che consiglierei a ognuno di iniziare a fare.
Come disse Marco Pierre White, “Un albero senza radici è solo un pezzo di legno.”
Ilaria Piromalli