Anno domini 2016.
Vissuta in un regno a parte, il regno della Litweb, il mio carico dell’anno comincia con “Thalassa” poesie di Francesca Tuscano, Demetrio Paolin e suo libro ” Non fate troppi pettegolezzi” e L’allegria di esserci” di Giorgio Lupattelli al Marca. Continua l’anno e “Cade la terra” di Carmen Pellegrino, nel “Dio del cemento” di Alessandro Pedretta. Durante l’anno ho fatto anche io “Lettere alle amiche” come Celine e loro mi risposero con “La forma fragile del silenzio” di Fabio Ivan Pigola. Carico anche quelle. Porto Angelo Calvisi e “Adieu Mon Coeur” ed è stato proprio questo libro a vincere nell’ottobre il concorso “Il Libro nel cassetto” del 2016. Un anno di “Parole orrende” che Tic Edizione venderà in formato magnetico per la gioia di noi tutti che viviamo di parole. Un anno fra i “Grandi Momenti” di Franz Krauspenhaar e “La Pazza Gioia” di Virzì e Archibugi.
Leggendo Fuori Asse L’Officina della Cultura
Con Urban Apnea nel regno della Litweb abbiamo trascorso l’estate, “L’estate del pollo” di Marco Patrone.
Viviamo ne “Il Grande regno dell’emergenza” di Alessandro Raveggi, dalla pop art alla post art, dove “Tutto finto, Olè”, titolo di un mio pezzo, dove ” Delia è di nessuno” di Ilaria Milandri, e Mario, protagonista di “Carte scoperte” di Walter Pozzi va via. Dallo “Stradario di Uno Spaesato” di Mauro F. Minervino a “Lo Spregio” di Alessandro Zaccuri, nella“Internazionale” di Martinelli, un teatro di strada. “Dalla parte della radice” di Marco Luppi a “Tutti gli altri” di Francesca Matteoni. Portiamoli con noi.
Un anno di guerre e di ingratitudini, un anno di riflessione e finzione, un anno che si chiude con “Medusa” di Luca Bernardi, con gli alieni che ci porteranno via.
Un anno di premi per il Regno della Litweb, un anno di interviste. Un grazie a RadioLibri, un grazie a chi permette ad ogni anno la scorta giusta per l’anno che arriverà.
Per me questo è l’ anno da salvaguardare e conservare, fra quel che giunse in Litweb. Nella sera in cui “Felicità” di Lucio Dalla era cantata da Peppe Servillo.
ed irridendo felice a ciò che cultura non è regalo il canto del 2017 a chi fa finta lallallà
La Cultura lallalà
La Cultura Lallalà, La Cultura Lallalà, la Cultura Lallalà,
Cantandola ad alta voce al volante della panda, torno a casa ilare ed in musica.
La Cultura lallalà, ogni due parole una è cultura.
Rivoluzione culturale sarà, il sindaco della città
sinergia culturale verrà,
e tutto un coro di lallalà.
Si canta cultura forever, in ogni locale,
si canta e si balla in giro per la città. Lallalà.
Si prega e si mangia, si scrive cultura che bela, che miagola e ruggisce, cultura squittisce, barrisce e finisce.
Cultura per giovani, vecchi e piccini, cultura per ogni colore di pelle, di palle, di pollo, cultura per ogni sapore di marcio, di insipido, di stantio.
La Cultura Lallalà La Cultura Lallalà La Cultura ci salverà.
Cantando e leggendo ci prendono in giro con stupidario di ogni stagione.
Lallalà i giovani sono il nostro futuro, lallalà lasciamo un messaggio ai nostri giovani, lallalà i giovani ci chiedono di chi è la colpa, lallalà lasciamo ai giovani noi adulti un mondo in sfacelo lallalà e allora tendiamo una mano ai giovani lallalà disse ieri sera una culturata signora ad una conferenza.
Lallalà il mondo che è qua, lallalà In giro per la città.
Analfabeti analfabeti analfabeti cantano cultura lallalà
il mondo è loro lallalà.
Un mondo ignorante.
canta così.
Lallalà
Quelli che non cantano sono coloro che si accorgono della presa in giro e stanno zitti. zittissimi. Hanno perso il controllo del volante. Lallalà
Ippolita Luzzo