Le origini del Natale sono molte e tutte risalenti alle civiltà più antiche
I popoli antichi le fanno risalire al Sole
Il solstizio d’inverno cade tra il 22 e il 24 dicembre. In questa fase il sole sembra non essere particolarmente caldo né luminoso, questo perché raggiunge il punto di massima distanza dall’equatore. La fase successiva è la rinascita, quasi fosse una fenice, che convenzionalmente si identifica nel 25 dicembre. Ecco le origini del Natale.
La rinascita del sole, fin dall’antichità è stata associata alla nascita delle più importanti divinità, per poi giungere a quella di Gesù.
Molti affreschi di epoca egizia raffigurano Horus in braccio a Iside. Il bambino ha attorno al capo una corona solare, simile all’aureola.
Nello Yucatan il sole è rappresentato dal dio Bacab che, secondo la tradizione, è stato messo al mondo dalla vergine Chiribirias.
Nella Grecia antica, nel giorno del solstizio d’inverno, si celebra la rinascita di Dioniso, di nuovo bambino dopo essere stato fatto a pezzi.
Le tradizioni che appaiono di gran lunga simili a quella del cristianesimo, tuttavia sono due: il dio indo-persiano Mitra e il dio babilonese Tammuz.
Il dio indo-persiano Mitra è stato concepito da una vergine, aveva dodici seguaci ed è stato nominato come “Il Salvatore”.
In Babilonia, dopo il culto di Shamash, è comparso quello di Tammuz. Tammuz è l’incarnazione del sole. Nato dalla dea Ishtar è stato rappresentato più volte tra le sue braccia. Sul capo del bimbo un’aureola con dodici stelle, simboleggianti i segni zodiacali. Tammuz, come Gesù, muore per poi risorgere dopo tre giorni.
Le origini del Natale sono quindi differenti, ma in tutte vi è una nascita. Interessante come molti aspetti siano comuni a molte religioni. Valido spunto di riflessione è il contrasto nato tra le stesse. L’intolleranza che spesso ne consegue è dunque immotivata?
L’intolleranza è sempre immotivata o quasi. Stesse origini con scopi diversi, ecco tutto.
Maria Giovanna Campagna