“Se si guarda al mondo con curiosità, da punti di vista differenti, non è possibile avere paura di ciò che sta al di là del muro”. Con queste parole Antonella Candiago, giovane studentessa della provincia di Belluno e vincitrice pochi giorni fa del concorso fotografico organizzato dal gruppo PES (Partito Socialista Europeo) al Comitato europeo delle Regioni (CdR), commenta la genesi della sua opera e la motivazione che l’ha spinta a partecipare.
Giunto alla sua settima edizione, il concorso fotografico del PES corona d’alloro l’immagine altamente simbolica della Candiago: un bambino, arrampicato su una pila di libri, si allunga verso la cima di un muro che vuole scavalcare.
Il tema della rassegna, dal titolo “Immaginare un’Europa senza frontiere”, invitava i concorrenti residenti nell’UE a interpretare un argomento molto attuale e di grande risonanza, quello appunto della frontiera, dei confini, del passaggio, del volere andare oltre.
“Credo che le frontiere si trovino innanzitutto dentro di noi, dentro la nostra mente” ha precisato Antonella “sono i pregiudizi e le paure che abbiamo nei confronti di qualcosa che non conosciamo“.
Qualcosa che non conosciamo e qualcuno che, per necessità storiche, sopravvivenza o semplicemente volontà di cambiare, decide di passare quella linea non tracciata che separa un’abitudine da un’altra, di superare la frontiera simbolica che frapponiamo tra una vita antica e nuova, tra una lingua e una tradizione.
Molti i punti di vista da cui la tematica è stata affrontata al concorso, e diverse fra loro le interpretazioni fotografiche di che cosa significhi “frontiera”, ma alla fine quella di Antonella Candiago ha centrato il bersaglio. Semplice, efficace e, come ha ammesso la ventenne di Belluno, spontanea.
Non di meno significativa: i libri che il bambino usa come piedistallo di slancio oltre il muro, “rappresentano la conoscenza” spiega Antonella Candiago “formano una sorta di scala che consente a ciascuno di noi di spingersi a guardare oltre il muro e quindi oltre tutte le barriere fisiche e soprattutto mentali”.
I libri sono quindi lo strumento necessario affinché l’idea di frontiera smetta di essere vista come ostacolo, non solo da chi la vuole attraversare, ma soprattutto per chi la vede e la intende come protezione. “Penso che la conoscenza, la cultura e l’istruzione” continua la giovane di Belluno “svolgano un ruolo fondamentale nella creazione di un’Europa senza frontiere”.
Imparare, sapere, informarsi e interessarsi a quello che accade dentro e oltre la frontiera è compito di ognuno di noi per abbattere per primi i confini. Richiede dedizione, volontà e coraggio. Proprio come si legge nella fotografia della Candiago, in quel protendersi vitale ed esuberante di un bambino curioso verso l’oltre, il di là, separato dal nostro presente non da una barriera naturale, ma costruita apposta.
“Le frontiere fisiche potranno essere abbattute soltanto se prima saremo riusciti ad abbattere quelle mentali“ conclude infatti Antonella “e se avremo il coraggio di scoprire che ciò che sembra essere così lontano dalla nostra realtà è invece parte del nostro mondo“.
Francesca Gottardo