A 33 chilometri a sud di Bari c’è un luogo magico: Polignano a Mare, comune di circa 18.000 abitanti, il cui nucleo originario si trova su una sporgenza rocciosa a strapiombo sul mare Adriatico.
Sono tanti i motivi per amare questo paese: il colpo d’occhio mozzafiato offerto dalla massa di case di tufo bianco affacciate sul mare azzurro, il buon cibo, il calore umano degli abitanti, solo per citarne alcuni. Sul lungomare c’è anche una statua dedicata al grande Domenico Modugno, che nacque proprio qui nel lontano 1928.
Fino a poco tempo fa, passeggiando per il centro storico, si incontrava a un certo punto una semplice scalinata di una casa privata, resa però particolare da un dettaglio inconsueto. Su di essa infatti Guido “il Flâneur” Lupori, noto artista locale, aveva dipinto una brevissima poesia di Rabindranath Tagore, scrittore e filosofo indiano che vinse il Premio Nobel per la letteratura nel 1913: “La farfalla non conta gli anni ma gli istanti: per questo il suo breve tempo le basta.” Purtroppo, con gli anni, la valenza artistica e filosofica di questa scritta – divenuta simbolo di Polignano – è stata sminuita dalle migliaia di turisti, sia italiani che stranieri, che ogni estate decidono di passare qui qualche giorno e che l’hanno resa sfondo delle loro foto ricordo.
Forse è proprio per questo motivo che, adesso, quella poesia non c’è più. Inizialmente si pensava fosse stata cancellata dai proprietari della casa, stanchi dell’invasione da parte dei turisti. Ma il 23 novembre, tramite un post su Facebook, il sindaco Domenico Vitto ha reso nota la vera motivazione di questo atto, in seguito a un incontro con il Flâneur: “E’ stato Guido a cancellare la sua opera, una scelta dettata dalla rabbia, ma non indolore. Il proprietario è stato il primo a dispiacersi. […] Guido mi ha promesso che tornerà presto a lasciare il segno, imprevedibile come sempre.”
Il soprannome con cui l’artista si fa chiamare significa letteralmente “colui che passeggia”; deriva dal poeta decadentista Baudelaire e indica il gentiluomo che vaga per le vie cittadine, provando emozioni particolari nell’osservare il paesaggio. Probabilmente la rabbia di cui Guido parla è stata provocata dalla superficialità delle persone, che si scattavano fotografie con la sua opera senza prestare la dovuta attenzione al significato più profondo che questa esprimeva. Possiamo solo augurarci che il Flâneur, che ormai da anni dipinge gli angoli più suggestivi di Polignano, torni presto ad avere fiducia nell’umanità.
Francesca Fiacco