Il nuovo decreto Cultura, che verrà discusso oggi in una riunione preparatoria per il Consiglio dei Ministri di lunedì, prevede importanti misure di rinnovamento per la scena culturale italiana. Due dei progetti principali sono il piano Olivetti e il piano Mattei, che puntano a rendere la cultura un bene comune facilmente accessibile e a rafforzare le relazioni culturali con l’Africa. Queste proposte si concentrano su vari ambiti, dalla rigenerazione delle periferie alla valorizzazione di biblioteche e librerie, fino alla cooperazione internazionale.
Il piano Olivetti: la cultura come risorsa condivisa
Il piano Olivetti previsto nel decreto Cultura si propone di trasformare la cultura in una risorsa di tutti, accessibile e parte integrante della vita di ogni comunità. Il progetto si ispira alla figura di Adriano Olivetti, imprenditore e visionario, che ha sempre promosso l’idea di un impegno sociale attraverso la cultura. Tra le misure previste, una particolare attenzione sarà riservata alla rigenerazione delle aree periferiche e alla promozione della lettura. In particolare, saranno destinati fondi per l’apertura di nuove librerie, puntando a coinvolgere i giovani sotto i 35 anni.
Inoltre, il decreto Cultura prevede finanziamenti per le biblioteche pubbliche e per gli enti locali che vorranno sostenere la filiera dell’editoria, incentivando l’acquisto di libri e il supporto a librerie tradizionali e di prossimità. Tali misure sono pensate per rafforzare il legame tra la cultura e le comunità locali, contribuendo così a una maggiore diffusione dei beni culturali sul territorio.
Il piano Mattei: rafforzare la cooperazione culturale con l’Africa
Il piano Mattei, che porta il nome di Enrico Mattei, storico fondatore dell’ENI, mira a rafforzare le relazioni culturali tra l’Italia e l’Africa. Il piano prevede una serie di iniziative di cooperazione culturale, che favoriranno lo scambio di esperienze e conoscenze tra i due continenti. Una delle priorità sarà la creazione di progetti che promuovano la cultura africana in Italia, ma anche il sostegno per le iniziative culturali locali in Africa.
La gestione dei progetti sarà affidata a strutture specializzate, che opereranno direttamente sotto l’autorità dell’Ufficio di Gabinetto del Ministero, garantendo così un controllo centralizzato e l’efficienza nell’attuazione delle iniziative.
Le risorse previste per i progetti
Per realizzare il piano Olivetti e il piano Mattei, il decreto Cultura prevede fondi considerevoli. L’importo necessario per la gestione di ciascun progetto è di circa 770.000 euro all’anno dal 2025 al 2028, che serviranno a coprire le spese per l’assunzione di dirigenti specificamente incaricati di seguire le iniziative. Questi fondi saranno esterni alla dotazione organica del Ministero della Cultura, il che significa che non andranno ad incidere direttamente sul budget del Ministero, ma saranno gestiti separatamente.
Fondi per periferie, librerie e biblioteche
Il decreto prevede inoltre misure dirette a potenziare le periferie urbane, attraverso la creazione di nuove opportunità culturali per le aree più svantaggiate. Il Ministro della Cultura ha proposto di organizzare gli “stati generali” delle periferie, un’iniziativa che coinvolgerà istituzioni locali, operatori culturali e cittadini, con lo scopo di definire una strategia comune per il miglioramento del panorama culturale nelle aree più emarginate. A tal fine, sarà stanziato un milione di euro nel 2025, con aumenti progressivi dal 2026.
In parallelo, sono previsti fondi per nuove librerie destinate a giovani imprenditori under 35. Il valore complessivo di questo fondo è di 4 milioni di euro, che potranno essere utilizzati per incentivare l’apertura di librerie in zone non coperte dal servizio. Inoltre, per le biblioteche pubbliche e gli enti locali, è stato creato un fondo da 30 milioni di euro per incentivare l’acquisto di libri e promuovere la lettura attraverso librerie storiche e di prossimità.
Modifiche inserite nel decreto Cultura
Il decreto introduce anche modifiche alla gestione delle risorse e alle procedure interne del Ministero della Cultura. Tra le principali modifiche c’è l’inclusione della società Ales nell’elenco delle stazioni appaltanti. Ciò permetterà alla società di acquistare autonomamente beni e servizi per importi inferiori alle soglie per gli affidamenti diretti, aumentando così la rapidità e l’efficienza delle procedure.
Le modifiche riguarderanno anche le modalità di assunzione di personale, con l’introduzione di semplificazioni che dovrebbero rendere più rapidi i concorsi pubblici per l’assunzione di nuovi dipendenti nel Ministero. Una misura particolarmente significativa riguarda l’impignorabilità dei fondi destinati alla tutela del patrimonio culturale, che garantirà la protezione delle risorse destinate alla conservazione e valorizzazione del nostro patrimonio storico e artistico.
Misure aggiuntive per il patrimonio e la storia italiana
Il decreto Cultura non si limita alla rigenerazione delle periferie o al sostegno alle librerie e alle biblioteche, ma include anche importanti risorse per la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale italiano. Un esempio riguarda il rafforzamento dei fondi per la valorizzazione dell’Appia Antica, uno dei tracciati storici più importanti del Paese, che necessità di continui interventi di conservazione e promozione. Inoltre, risorse saranno destinate a centri di ricerca e istituzioni storiche di rilevanza nazionale, come l’Istituto Italiano per la Storia Antica, l’Istituto Storico Italiano per l’Età Moderna e Contemporanea, e l’Istituto di Numismatica.
Queste misure dimostrano l’impegno del governo a sostenere il settore culturale, garantendo una protezione adeguata al nostro patrimonio e rafforzando la cooperazione internazionale e nazionale per la crescita culturale del Paese.