Dal 1° gennaio 2025 Belgrado potrebbe diventare la più grande città europea con mezzi pubblici gratuiti. L’annuncio lo ha dato il sindaco Aleksandar Šapić, esponente del Partito Progressista Serbo (SNS). L’intenzione dell’amministrazione sarebbe quella di limitare il traffico cittadino. Lo stesso Šapić ha anche promesso di voler rinnovare completamente la flotta di autobus, tram e filobus della città entro il 2027. La proposta verrà votata prossima settimana durante la sessione dell’Assemblea comunale.
Šapić è sindaco di Belgrado dal 2022 e governa in coalizione con il Partito socialista serbo (SPS). In passato è stato un talentuoso e famoso pallanuotista. Nel 2009 è stato nominato assistente dell’ex sindaco Dragan Đilas e tre anni dopo è stato eletto sindaco del comune di Novi Beograd, comune adiacente a Belgrado.
Negli ultimi dieci anni, secondo i dati forniti dal Comune, il numero di auto nella città è aumentato di 250.000 unità e code e ingorghi sono da anni un grave problema. Nella conferenza stampa di presentazione Šapić ha parlato: «della più grande riforma dei trasporti pubblici» e ha citato città come Tallinn, capitale dell’Estonia, e Montpellier in Francia dove i mezzi pubblici sono già gratuiti e dove effettivamente si è registrato un netto calo nell’utilizzo delle auto private.
La rete del trasporto pubblico è gestita da GSP Beograd assieme ad altre società private, la rete tranviaria esiste dal 1892 con una lunghezza complessiva di 127 chilometri. Si tratta di una delle più estese in Europa. Nella capitale serba vivono attualmente circa 1,7 milioni di abitanti e sul traffico cittadino pesa anche l’assenza di una metropolitana. Una prima linea è stata promessa entro il 2030, ma i lavori sarebbero già in ritardo.
Sulla gestione dei mezzi pubblici non mancano tuttavia i dubbi e le accuse. Secondo molti l’azienda ha grossi debiti e da anni soffre di cronica mancanza di autisti. Inoltre gran parte degli utilizzatori dei mezzi pubblici locali già adesso non paga il biglietto. Secondo le stime più accreditate oggi su 800mila utenti complessivi solo 180mila pagano biglietto o abbonamento. Da questo punto di vista secondo Ivan Banković, presidente del sindacato Centar GSP Belgrado, le cose potrebbero anche peggiorare perché:
«Quando si paga, si può esigere qualità, ma con i mezzi pubblici gratuiti il Comune potrà rendere meno conto della qualità del servizio.»
Secondo lo stesso Banković questa proposta del governo cittadino lancerebbe un chiaro messaggio ai cittadini: non siamo in grado di fornirvi un trasporto pubblico affidabile, comodo e puntuale, ma almeno non dovete pagare nulla.
A Belgrado i mezzi pubblici gratuiti rientrano all’interno di un più ampio progetto di rinnovamento urbano portato avanti da Šapić negli ultimi anni. Gli asili nido sono diventati gratuiti per tutti i bambini e bambine nati in città e per questi è gratuito anche l’ingresso nelle piscine comunali.
«L’introduzione degli asili nido gratuiti ha portato all’iscrizione di altri 3.000 bambini. Entro la fine del prossimo anno, saranno completati gli otto asili nido che stiamo costruendo e per il 2026 ne stiamo progettando ben 20.»
Un aumento nell’utilizzo dei mezzi pubblici avrebbe ovviamente anche un riscontro positivo sull’ambiente con un calo dell’inquinamento cittadino. Il tema non è secondario in una regione come i Balcani dove due delle più importanti città, Sarajevo in Bosnia-Erzegovina e Skopje in Macedonia del Nord, sono tra le dieci capitali più inquinate al mondo. Al primo posto ci sarebbe in questa classifica troviamo Nuova Delhi in India.
Nella capitale bosniaca, per esempio, a gravare sulla salubrità dell’aria sarebbero proprio i continui ingorghi causati dai troppi veicoli privati per strada. Se la proposta del sindaco dovesse essere approvata dall’Assemblea cittadina Belgrado potrebbe diventare una delle più grandi città con mezzi pubblici gratuiti tuttavia la decisione non è priva di problemi e incognite. Dalla qualità reale del servizio fino ai reali motivi dietro tale decisione: una politica che guarda al futuro o un altro tentativo di ingraziarsi l’elettorato.