«Le vite di queste persone sono state distrutte, sono in carcere da tre o quattro anni e si tratta di posti infernali».
Sono parole di Donald Trump e riguardano le persone condannate per l’assalto al Congresso del gennaio 2021. Il neo eletto presidente statunitense ha rilasciato una lunga intervista per NBC e tra i tanti temi trattati ha confermato la propria intenzione di concedere la grazia a molti dei condannati per quei fatti violenti.
Sono oltre 1.200 le persone indagate e circa la metà si sono poi dichiarate colpevoli. Secondo il Tycoon tuttavia il sistema sarebbe profondamente corrotto e molto spesso gli indagati sarebbero stati indotti a dichiararsi colpevoli. Le condanne per gli autori dell’assalto andrebbero da pochi giorni fino a 22 anni.
Il neo presidente statunitense non ha risparmiato critiche nemmeno per i componenti della commissione della Camera che ha indagato sul caso. In particolare è stata presa di mira Liz Cheney, anche lei del partito Repubblicano, ma avversaria di Trump e sostenitrice della Harris. Nell’intervista per NBC Trump ha affermato che Cheeney «dovrebbe andare in prigione» e già a novembre scorso il presidente eletto aveva duramente attaccato la collega invitando a puntargli addosso un fucile per sparargli.
Il gruppo di sostenitori di Trump il 6 gennaio 2021 fece irruzione nel palazzo del Congresso a Washington DC con lo scopo di interrompere la seduta in cui veniva formalizzata l’elezione di Joe Biden alla Casa Bianca avvenuta nel novembre del 2020. I legami tra Donald Trump e i fatti di Capitol Hill sono stati anche oggetto di indagine e di un processo che, dopo l’esito delle elezioni del 5 novembre, sarà archiviato su decisione dello stesso procuratore speciale Jack Smith.
Trump era indagato per quattro capi di accusa tra cui sedizione e sovversione delle elezioni. L’archiviazione del processo è dovuta all’immunità di cui gode il presidente fino a quando è in carica. L’azione penale intrapresa dal dipartimento alla Giustizia ha rappresentato un caso unico nella storia americana, ma adesso potrà teoricamente riprendere solo nel 2029 quando si concluderà la seconda presidenza di Donald Trump.
Durante l’intervista per NBC Kristen Welker, moderatrice del programma «Meet the Press», ha incalzato Trump anche su temi di politica estera, tra cui la NATO e l’appoggio americano all’Ucraina. Il nuovo presidente Repubblicano ha affermato di «prendere seriamente in considerazione» di far uscire gli Stati Uniti dall’organizzazione se Washington non dovesse essere trattata in modo adeguato. La critica di Trump è diretta soprattutto ai paesi alleati meno coinvolti economicamente nell’alleanza.
«La NATO si sta approfittando di noi. Si approfittano di noi sul commercio e per di più, li difendiamo. Sono stato in grado di ottenere centinaia di miliardi di dollari destinati alla NATO solo grazie a un atteggiamento duro. Se non pagano prenderei in considerazione di uscire dall’Alleanza.»
Riguardo l’Ucraina Trump ha confermato di voler lavorare per concludere il conflitto già nei primi giorni dopo l’insediamento. Alla domanda se durante la sua presidenza l’Ucraina potrebbe ricevere meno aiuti economici ha risposto in modo molto vago, ma ha sottolineato che a suo parere è l’Europa a dover intervenire maggiormente perché il conflitto «è più importante per l’Europa che per noi. Abbiamo una piccola cosa chiamata oceano tra di noi».
Riguardo invece la situazione nella Striscia di Gaza nell’intervista per NBC Trump ha ribadito di voler ottenere la liberazione degli ostaggi americani prima del suo giuramento a gennaio e in caso contrario si è detto pronto a «scatenare l’inferno». Sebbene abbia confermato di voler fare pressioni sul primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per porre fine alla guerra, ha anche affermato che a suo parere per ottenere la pace serve una vittoria e il riferimento è chiaramente ad Israele. «Voglio che la finisca, ma devi avere una vittoria. La gente dimentica il 7 ottobre ed è stato altrettanto violento».
Pur restando molto vago Trump nella sua prima intervista da presidente eletto ha confermato quali siano i punti cardine del proprio futuro governo. Sia per quanto riguarda la giustizia che la politica estera, temi di una certa rilevanza in questo periodo storico.