Virus Ebola – Il team di Jeremy Luban un virologo della Scuola di Medicina dell’Università del Massachusetts ha pubblicato sulla rivista scientifica Cell uno studio che rivela come nella grande epidemia di Ebola che ha infuriato in Africa per più di due anni, dal 2013 al 2015.
E’ emerso un nuovo ceppo del virus Ebola, molto più virulento in quanto è più abile (e veloce)nel penetrare nelle cellule.
Virus Ebola: la prima vera epidemia
Lo stesso Luban fa notare che quella del 2013-2015 va considerata come la prima vera epidemia in quanto i focolai virali precedenti erano stati sempre contenuti a pochi casi in un’area geografica ristretta.
Anche se il virus già aveva attirato l’attenzione di tutto il mondo per le sue caratteristiche di alto tasso di mortalità, infettività e probabilmente anche per l’indubbio effetto spaventoso dei sintomi di questa violenta febbre emorragica.
Cosa hanno scoperto Luban e il suo team
In una epidemia così lunga e con tanti casi è normale che emergano più ceppi di un virus, uno in particolare ha attirato l’attenzione dei ricercatori, apparso nelle prime fasi e rimasto per ultimo ad essere domato.
La caratteristica genetica saliente di questo ceppo del virus Ebola è una mutazione nella glicoproteina denominata GP-A82V, queste mutazione ha reso il virus più abile nel superare la membrana cellulare di uomini e primati ma non di altri mammiferi.
Una buona notizia è che questo ceppo del virus è risultato più infettivo ma non significativamente più mortale, e meno male aggiungo io, mi pare che l’Ebola sia già abbastanza mortale di suo, non abbiamo bisogno di una variante più letale.
Tra le cose che i ricercatori devono ancora scoprire è: “è nato prima l’uovo o prima la gallina?”, cioè: l’epidemia è stata così dilagante per via del nuovo ceppo più virulento oppure è emerso questo nuovo ceppo perché l’epidemia è stata più lunga con più casi e fra le diverse mutazioni è apparsa questa?
Roberto Todini