La globalizzazione ha aperto nuove strade alle aziende che desiderano crescere e che sono pronte ad affrontare le sfide di nuovi mercati, ma, al contempo, obbliga a fare i conti con un panorama geopolitico sempre più instabile e complesso.
Il processo di internazionalizzazione delle imprese può toccare vari settori, dall’export alla ricerca di partner commerciali esteri, e, se effettuato nel modo corretto, senza tralasciare nessuna delle fasi preliminari, è in grado di apportare notevoli vantaggi. Oltre a consentire di trovare nuovi stakeholder, consente di diversificare il rischio d’impresa e di ampliare il know-how.
Quando si decide di avviare questo tipo di processo, è sempre fondamentale tenere conto dei rischi correlati, primo fra tutti quello geopolitico. Oggi, a causa del forte impatto dei conflitti Russo-Ucraino e Israelo-Palestinese sui mercati e sugli equilibri mondiali, l’espansione delle aziende italiane all’estero può risultare ancora più complessa.
Le conseguenze dei conflitti sui mercati mondiali
Le guerre in corso stanno ridisegnando gli scenari geopolitici e mutando i rapporti commerciali tra gli Stati.
Tra le numerose conseguenze che ne sono derivate rientrano:
- l’interruzionedi alcuni importanti rapporti commerciali;
- l’instabilità dei mercati;
- le aumentate difficoltà di approvvigionamentoper alcune materie prime;
- l’aumento dei costi di gas ed energia elettrica;
- l’allungamento dei tempi di consegna di alcune merci.
Quale impatto hanno i conflitti sull’internazionalizzazione delle imprese italiane
Tutto questo ha, inevitabilmente, forti ripercussioni sull’internazionalizzazione delle imprese italiane, le quali oggi devono fare i conti, oltre che con problemi come quello della possibile contestazione di esterovestizione dell’azienda, con tutti i problemi derivanti dall’instabilità dei mercati, le difficoltà di approvvigionamento, l’aumento dei prezzi e via dicendo.
Sul breve e medio termine, l’impatto di questi nuovi fattori non può che portare a:
- una rivisitazione delle catene logistiche, finalizzate ad accelerare i tempi di consegna e a contrastare l’aumento dei costi dei trasporti internazionali, i quali pesano notevolmente sui bilanci aziendali;
- lo studio di strategie commerciali per aprirsi a nuovi mercatie soddisfare le esigenze di clienti diversi;
- la ricerca di nuovi partner commerciali esterie di soluzioni alternative per l’import e l’export dei prodotti.
Oltre a questo, le imprese possono trovarsi a fare i conti con problemi di sicurezza e nuove politiche commerciali che, oltre a rendere più difficile accedere ad alcuni mercati, rischiano di far incorrere in pesanti sanzioni.
Internazionalizzare l’impresa in epoca di grandi cambiamenti geopolitici
Tutto questo non significa che, nel panorama attuale, le imprese, per sopravvivere, devono rinunciare al processo di internazionalizzazione. Al contrario, le difficoltà possono fornire nuova linfa e aiutare a individuare soluzioni nuove e opportunità che non erano state prese in considerazione.
Per affrontare le problematiche dal punto di vista economico, è possibile ricorrere ai finanziamenti Simest per l’internazionalizzazione, tra i quali rientrano anche i finanziamenti agevolati volti a sostenere l’export colpito dal conflitto russo-ucraino.
Sotto il profilo logistico e organizzativo, è invece consigliabile effettuare attenti studi di settore e analisi dei mercati prima di intraprendere qualsiasi iniziativa.