Il fenomeno mafioso sembra essersi radicato nell’immaginario collettivo degli italiani in modo tale da assumere una connotazione quasi “normale”. A rivelarlo è un recente sondaggio condotto da Demos per Libera, che indaga la percezione sociale della mafia. I risultati sono eloquenti e preoccupanti: oltre metà della popolazione italiana ritiene che la mafia sia ormai intrecciata con il mondo dei colletti bianchi e dei professionisti. Inoltre, emerge una significativa pluralità di opinioni circa il livello di violenza associato a questo fenomeno.
La mafia e i colletti bianchi: un legame percepito sempre più stretto
Secondo il sondaggio, il 54% degli intervistati vede la mafia come una realtà sempre più legata a figure professionali e a contesti di potere. Questo dato riflette un cambiamento nella percezione collettiva rispetto all’immagine tradizionale della mafia, un tempo associata principalmente a episodi di violenza e ad ambienti marginali. Oggi, invece, il fenomeno mafioso appare più sofisticato, radicato nelle strutture economiche, politiche e istituzionali.
La percezione di questa connessione con i colletti bianchi non è sorprendente, considerando gli scandali e le inchieste degli ultimi anni che hanno portato alla luce legami tra organizzazioni criminali e professionisti di alto profilo. Questi ultimi, attraverso il loro potere decisionale e la loro influenza, rappresentano una risorsa strategica per le mafie, consentendo loro di infiltrarsi nei settori legali dell’economia e di riciclare proventi illeciti.
Una violenza percepita in evoluzione
Uno degli aspetti più controversi emersi dal sondaggio riguarda il livello di violenza attribuito alla mafia. Ben il 40% degli italiani intervistati ritiene che la mafia sia meno violenta rispetto al passato, mentre il 16% la percepisce come più violenta. Questa discrepanza di opinioni potrebbe essere spiegata da una trasformazione delle modalità operative delle organizzazioni mafiose.
Negli ultimi anni, infatti, la mafia ha mutato il suo approccio, preferendo strategie meno appariscenti e più silenziose. La violenza eclatante degli anni Ottanta e Novanta, caratterizzata da attentati e omicidi clamorosi, ha lasciato spazio a una gestione più “aziendale” delle attività criminali. Tuttavia, questa riduzione della visibilità non significa necessariamente una diminuzione della pericolosità.
La normalizzazione della mafia: un fenomeno allarmante
Uno degli aspetti più preoccupanti emersi dal sondaggio è il consolidarsi dell’idea della mafia come una realtà “normale”. Questo atteggiamento rischia di favorire una sorta di tolleranza sociale verso un fenomeno che continua a rappresentare una minaccia per la democrazia e lo stato di diritto.
L’abitudine a convivere con la mafia può derivare dalla sua capacità di infiltrarsi in vari settori della società, rendendo difficile distinguere tra ciò che è legale e ciò che non lo è. Inoltre, la narrazione mediatica spesso contribuisce a banalizzare il fenomeno, presentando la mafia come un elemento quasi folcloristico, piuttosto che come una minaccia concreta.
I dati in prospettiva del sondaggio condotto da Demos: un problema culturale e istituzionale
Analizzando questi dati in prospettiva, emerge un quadro complesso che va ben oltre la dimensione strettamente criminale. La percezione della mafia come un fenomeno normale e la sua associazione con i colletti bianchi riflettono problemi culturali e istituzionali profondi.
Da un lato, c’è una carenza di educazione alla legalità e di consapevolezza critica rispetto alle dinamiche mafiose. Dall’altro, le istituzioni sembrano spesso incapaci di rispondere in modo efficace alla crescente sofisticazione delle mafie, che sfruttano le lacune normative e burocratiche per espandere il loro potere.
Il ruolo della società civile e dell’educazione
Di fronte a questa situazione, il ruolo della società civile diventa cruciale. Associazioni come Libera svolgono un lavoro fondamentale nel sensibilizzare l’opinione pubblica e nel promuovere una cultura della legalità. Tuttavia, questo impegno deve essere supportato da un’azione sistematica da parte delle istituzioni, che includa non solo misure repressive, ma anche interventi educativi e culturali.
Educare i giovani alla legalità, ad esempio, è una delle strategie più efficaci per contrastare la normalizzazione della mafia. Attraverso progetti scolastici, campagne di sensibilizzazione e iniziative culturali, è possibile instillare nelle nuove generazioni una maggiore consapevolezza dei rischi legati al fenomeno mafioso e un senso di responsabilità civile.
Un fenomeno in evoluzione che richiede nuove risposte
Il sondaggio di Demos e Libera offre uno spaccato significativo della percezione della mafia in Italia, evidenziando sia l’evoluzione del fenomeno sia le sfide che esso pone alla società e alle istituzioni.
Se da un lato la connessione tra mafia e colletti bianchi suggerisce una crescente sofisticazione delle strategie mafiose, dall’altro la percezione di una diminuzione della violenza può indurre a sottovalutare la pericolosità del fenomeno. In questo contesto, la normalizzazione della mafia rappresenta un ulteriore campanello d’allarme, richiedendo interventi urgenti e mirati.