In El Salvador nasce “Yo Puedo”, una campagna di sensibilizzazione promossa dalla Ong italiana EducAid per promuovere i diritti e l’empowerment delle persone con disabilità. Parte del progetto triennale “Poder”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), questa iniziativa punta a costruire una società inclusiva, dove ogni individuo possa esercitare i propri diritti e partecipare attivamente alla vita sociale, economica e culturale del Paese.
Yo Puedo: obiettivi e valori della nuova campagna italiana in El Salvador
La nuova campagna di sensibilizzazione “Yo Puedo” (Io Posso), lanciata dalla Ong italiana EducAid, ha l’obiettivo di promuovere i diritti e l’empowerment delle persone con disabilità in El Salvador. Questa iniziativa, parte del progetto triennale “Poder” – che si è sviluppato nell’ultimo anno e mezzo -, mira a costruire una società inclusiva e a ridurre le barriere che ostacolano la partecipazione delle persone con disabilità alla vita sociale, economica e culturale.
Il progetto, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) con un fondo di 1,7 milioni di euro, si avvale della collaborazione di Fundación Red de Sobrevivientes, Universidad Centroamericana José Simeón Cañas, PuntoSud e Rete Italiana Disabilità e Sviluppo.
Questa campagna italiana in El Salvador punta a sensibilizzare sui diritti delle persone con disabilità nella società locale, anche grazie alla conoscenza di Carte Costituzionali e Convenzioni specifiche, come quella dei diritti delle persone con disabilità delle Nazioni Unite, di cui El Salvador è Stato firmatario.
Obiettivi e azioni sul territorio
“Yo Puedo” prevede una serie di iniziative, volte a garantire pari opportunità a chi vive con disabilità. Attivo da due anni nei distretti di Santiago Texacuango, Santo Tomás, Colón e Zaragoza, il progetto “Poder” si concentra sull’inclusione lavorativa, educativa e sociale. Giulia Trobbiani, rappresentante di EducAid, ha descritto la campagna come un “megafono” per abbattere le barriere, tanto fisiche quanto sociali, che ostacolano la vita quotidiana di molte persone.
Roberto Reyes Meléndez, consulente del progetto, ha presentato la bandiera dell’Orgoglio della Disabilità, simbolo delle esperienze e del valore di coloro che vivono con disabilità.
Gli obiettivi principali di Yo Puedo sono anche la tendenza ad un cambiamento radicale nell’azione sociale e nella cultura generale sulle persone con disabilità. La campagna di sensibilizzazione sta infatti tentando di rendere sempre più autonome le persone con disabilità.
Il sostegno della cooperazione italiana
La campagna Yo Puedo è stata apprezzata anche da Paolo Gallizioli, direttore dell’Ufficio Aics di San Salvador, che ha sottolineato l’importanza del supporto alle persone con disabilità, una popolazione particolarmente vulnerabile in El Salvador. L’impegno italiano mira a costruire spazi inclusivi dove tutti possano studiare, lavorare e vivere senza subire discriminazioni, offrendo risorse per affrontare le numerose sfide di questo contesto.
Voci di cambiamento e consapevolezza
Significativo è stato il contributo di Idalia Martínez, presidente dell’Associazione delle persone con disabilità di Santiago Texacuango, che ha raccontato come il progetto “Poder” abbia aiutato la sua comunità a valorizzare le proprie capacità e a rendere visibile la diversità. Con un impegno congiunto per eliminare le disuguaglianze, “Yo Puedo” rappresenta una dichiarazione di volontà che incoraggia un futuro inclusivo per tutti.
La campagna di sensibilizzazione italiana in El Salvador “Yo Puedo” rappresenta un passo importante verso un futuro più equo e accessibile per tutti nel paese, che può fungere anche come esempio per società locali vicine. Con l’impegno di EducAid e dei suoi partner locali e internazionali, si mira a garantire che le persone con disabilità abbiano le stesse opportunità di crescita e di partecipazione.
La campagna non è solo una dichiarazione di diritti, ma un invito concreto a un cambiamento culturale che riconosca e valorizzi la diversità come una risorsa per l’intera comunità, sia da un punto di vista morale – con il rispetto quindi dei diritti – ma anche e sopratutto a livello fisico, dunque nel rendere autonoma la vita quotidiana delle persone con disabilità.