La tensione e lo scontro tra politica e magistratura in Italia ha raggiunto livelli senza precedenti. Con Giuseppe Santalucia che denuncia crescenti pressioni e attacchi personali da parte del governo e della maggioranza, l’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), realtà di cui è presidente, si è fatta portavoce delle preoccupazioni dell’intera categoria. Al centro dello scontro tra politica e magistratura ci sono la recente riforma della giustizia e la difesa dell’indipendenza del potere giudiziario, con i magistrati che denunciano interferenze politiche e intimidazioni mirate. La situazione, dicono dall’ANM, crea un clima “di aria pesante”, che mina la serenità del lavoro giudiziario e potrebbe compromettere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. In particolare, nel dibattito delle ultime ore, i protagonisti sono Matteo Salvini e Giuseppe Santalucia, presidente dell’ANM.
La protesta dell’ANM contro gli attacchi ai magistrati
Cresce sempre di più lo scontro tra la politica e la magistratura italiana, con l’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) che accusa il governo di delegittimare il potere giudiziario e di non rispettarne l’indipendenza. Dopo critiche dirette a tribunali come quello di Roma e di Bologna sui paesi sicuri, l’ANM parla di “continui attacchi”, spesso personali, contro quei giudici che non si allineano con l’orientamento politico attuale. L’ANM sottolinea come i magistrati siano sempre più sotto pressione, etichettati come “toga rossa” se si discostano dalla linea governativa.
Come ha spiegato Giuseppe Santalucia, presidente dell’ANM, “questo è un modo per rappresentare la magistratura in modo fazioso ed anti-italiano”. D’altro canto, rivendica il ruolo importante che la magistratura ha cioè richiamare al rispetto delle norme italiane ed europee oltre all’osservazione dei diritti umani e civili.
La reazione della politica e le accuse di faziosità
Di fronte a queste dichiarazioni, la risposta politica è dura, sopratutto quella relativa alle forze parlamentari di destra. Il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, accusa l’ANM di essere “faziosa e anti-italiana”, mentre la Lega invita i magistrati a concentrarsi sul loro lavoro piuttosto che fare “comizi televisivi”. Da Forza Italia, invece, Maurizio Gasparri suggerisce al Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) di “cacciare dall’ordine giudiziario” coloro che considera schierati contro il governo. La polemica si estende anche alla riforma sulla separazione delle carriere e sulle intercettazioni, che il governo punta ad approvare entro la fine dell’anno.
Anche Giorgia Meloni ha alimentato le tensioni tra politica e magistratura, dichiarando che lunedì prossimo si recherà a Bologna per cercare di calmare il grande “clima di inquietudine” che si sta formando in questi giorni.
Santalucia: “I giudici non sono collaboratori del governo”
Giuseppe Santalucia, replica alle accuse definendo il clima attuale come un “attacco alla funzione giudiziaria” e ribadisce che il compito dei giudici è di proteggere i diritti delle persone, non quello di completare il lavoro del governo, dal quale, secondo Costituzione, si dovrebbe invece mantenere altamente distante e profondamente imparziale.
Per Santalucia, i tentativi di intimidire i magistrati rischiano di compromettere l’indipendenza del sistema giudiziario, principio fondamentale per la democrazia italiana. “Non possiamo essere etichettati come magistrati politicizzati solo perché alcune decisioni non piacciono alla maggioranza”, afferma Giuseppe Santalucia.
La riforma della giustizia e le preoccupazioni dell’ANM
Un nodo centrale della contesa riguarda la riforma della giustizia, con il disegno di legge Zanettin che propone di stabilire le priorità dell’azione penale. L’ANM vede in questo progetto una potenziale minaccia alla parità di trattamento davanti alla legge, poiché lascerebbe alla politica il potere di decidere quali reati perseguire. Le opposizioni denunciano il rischio di un’ingerenza politica nel lavoro giudiziario, paventando una crisi di fiducia dei cittadini nel sistema giudiziario.
Un’assemblea straordinaria a Bologna e il futuro dello scontro
Lunedì proprio a Bologna, l’Associazione dei Magistrati organizzerà un’assemblea straordinaria, aperta a rappresentanti della magistratura e delle opposizioni, per discutere della crescente pressione politica sul potere giudiziario. Lì si recherà anche Giorgia Meloni, per cercare di moderare lo scontro e il grande dibattito tra politica e magistratura. Con all’orizzonte una possibile separazione delle carriere e un referendum, la magistratura sembra ormai pronta a intraprendere un confronto inevitabile.