Marina Brambilla ha costruito il proprio percorso con determinazione, interiorizzando fin da giovane l’importanza di concorrenti i propri obiettivi. Oggi, a 51 anni, è la prima donna a ricoprire il ruolo di rettrice all’Università Statale di Milano.
Marina Brambilla ha costruito il proprio percorso con determinazione, interiorizzando fin da giovane l’importanza di concorrenti i propri obiettivi. Oggi, a 51 anni, è la prima donna a ricoprire il ruolo di rettrice all’Università Statale di Milano. Ricorda bene il momento in cui sua madre, costretta a lasciare il lavoro per crescere i suoi figli, non mostrava soddisfazione. Questo ricordo ha ispirato Marina a dedicarsi alla sua carriera senza compromettere il suo desiderio di creare una famiglia.
Nel cuore della storica Ca’ Granda, sede dell’università che quest’anno celebra un secolo di vita, Brambilla racconta sulle pagine de Il Sole 24 Ore le tappe del suo percorso accademico. Il suo percorso nel mondo della germanistica è iniziato presso la IULM, dove ha conseguito una laurea in Lingue e letterature straniere, attratta dalla specializzazione in interpretariato e traduzione. Ha poi proseguito con un dottorato a Pavia, in collaborazione con l’Università di Hildesheim. La sua carriera accademica ha preso slancio quando è diventata ricercatrice e docente nel corso di laurea in Mediazione linguistica e culturale.
Questa lunga e appassionante avventura l’ha portata a vincere l’elezione per la leadership dell’ateneo, tenutasi lo scorso aprile. Brambilla ha ottenuto un consenso schiacciante, con 1.652 voti (il 65% del totale), battendo il collega Luca Solari, che ha ricevuto 645 voti (25%). Le schede bianche hanno rappresentato il 10% del totale. La visione strategica e l’approccio gestionale di Brambilla per un’istituzione complessa come la Statale sono stati plasmati dall’esperienza del padre, direttore del personale in un’importante azienda metalmeccanica.
Durante il suo dottorato, Marina ha vissuto un periodo formativo cruciale. La sua lunga permanenza in Germania le ha permesso di entrare in contatto con una cultura diversa, mentre lavorava a una tesi che richiedeva uno scavo filologico e di archivio. Ha catalogato un carteggio importante donato all’università dalla famiglia di Hans Egon Holthusen, un autore di spicco nella cultura tedesca. Questo lavoro, svolto in collaborazione con docenti, archivisti e bibliotecari tedeschi, le ha insegnato molto sulla ricerca e sul lavoro di squadra.
È durante questo periodo che Marina incontra il suo futuro marito, anch’egli accademico. Quando il loro figlio è nato, Marina ha continuato a perseguire le sue ambizioni professionali, portando il bambino con sé ai concorsi per diventare professoressa associata. Nonostante le difficoltà di conciliare maternità e carriera, ha ottenuto l’idoneità a Salerno e, quattro anni dopo, è diventata professoressa ordinaria.
A Milano, Brambilla ha partecipato attivamente alla vita accademica. Già nei primi anni, era membro del consiglio della biblioteca di Sesto. Nel 2012 ha ricevuto la delega per il programma Erasmus e in seguito per l’orientamento degli studenti, culminando con la progettazione del Centro linguistico d’ateneo. Nel 2018, è diventata prorettrice per il servizio agli studenti, lavorando su progetti significativi per il diritto allo studio. Durante il suo mandato, ha aumentato i posti letto per gli studenti da 779 a circa 1200 e ha ampliato la no tax area da 14.000 a 30.000 euro, consentendo a un numero maggiore di studenti di non pagare le tasse universitarie.
Con l’arrivo della prima donna rettrice, le aspettative riguardo al tema del divario di genere sono elevate. Sebbene nel campo della germanistica la presenza femminile sia predominante, Brambilla riconosce che nei ruoli organizzativi le donne incontrano ancora ostacoli. Ha sperimentato in prima persona il pregiudizio e lo scetticismo, ma ha dimostrato che la leadership è una qualità che va oltre il genere. “La leadership appartiene a chi sa gestire organizzazioni complesse, non solo agli uomini”, afferma. La sua attitudine all’ascolto e all’inclusione, tratti distintivi della sua personalità, saranno elementi chiave nel suo approccio da rettrice.
Attualmente, il 34% degli iscritti alle facoltà scientifiche dell’Università Statale di Milano sono donne, con alcuni corsi come Medicina e Veterinaria che vedono una presenza femminile in crescita. Brambilla si impegna a promuovere le discipline STEM tra le ragazze, sottolineando che non esistono materie “da maschio”. Il suo obiettivo è garantire che le laureate diventino ricercatrici e, successivamente, docenti.
Il divario di genere non si limita agli studenti; anche tra i dipendenti esistono sfide significative. Molti lavoratori devono bilanciare le responsabilità professionali con le esigenze di cura dei familiari, una situazione che colpisce principalmente le donne. Marina Brambilla osserva che un uso efficace dello smart working potrebbe alleviare molte di queste pressioni.
Guardando al futuro, ci sono grandi progetti in cantiere, come Campus Mind, una cittadella dedicata alle scienze nell’area dell’Expo 2015, destinata ad ospitare 23.000 persone. Entro il 2027-28, questo polo rappresenterà un importante passo avanti per l’università. Allo stesso tempo, Brambilla si concentrerà sulla gestione delle attuali risorse, inclusi i dipartimenti di Medicina e Veterinaria.
Questi sei anni fino al 2030 si preannunciano intensi e ricchi di sfide per la nuova rettrice. Il suo lavoro sarà fondamentale per definire il futuro dell’Università Statale di Milano, contribuendo a costruire un ambiente più inclusivo e innovativo.