Di Marilù S. Manzini
Credo che l’arte terrena si divida in due filoni ben precisi e distanti.
Vi è un arte paradisiaca e una infernale.
Questo mi porta a credere che non solo in Paradiso si potrà fare arte, ma anche negli Inferi.Compito di un vero artista è trovare l’equilibrio tra queste due dimensioni.
Fare un’opera d’arte che non scivoli né dall’una né dall’altra parte ma che sia perfettamente al centro di esse in perfetta sintesi. Solo così si può dire di avere di fronte un’artista vero e completo.
Se parti dicendo ho fatto un’opera benedetta, o maledetta, hai già perso in partenza. Sia che tu faccia un film, un romanzo, un quadro o un disco. Quando sei un estremista di una parte o dell’altra finisci per scomparire.
Chi meglio di Dario Argento ha raccontato l’Inferno, ma da anni non produce più nulla purtroppo per noi estimatori del genere. Perché tutti cercano la quadratura del cerchio, non il disequilibrio.
E’ l’epoca contemporanea a chiederti a gran voce quello che loro chiamano la“contraddizione” che altra non è che questa sintesi tra i due mondi.
Vogliono da te “artista” che tu sia Un Dio sopra le parti che non giudica ma che porta alla luce le loro contraddizioni. Questa è l’epoca delle contraddizioni.
Non si è mai vista prima un’epoca in cui l’uomo sia così contraddittorio. Bisogna sviluppare quello che io pratico da anni : l’amorevole distacco.
Cioè guardare con amore alle cose del mondo e della vita ma allo stesso tempo esserne totalmente distaccati.
E “The young pope” ha nella trama delle sue immagini ben sviluppate questo amorevole distacco. Si avvicina moltissimo a questa sintesi tra Inferno e Paradiso. Non conosco Paolo Sorrentino, e non ho idea se sia un essere illuminato sulla via di Damasco o meno.
Ma è sicuramente un artista che ha quasi trovato l’equilibrio perfetto con il suo Papa assolutamente contraddittorio e politicamente scorretto, Lenny stesso dice nella serie “Io sono una contraddizione, come dio uno e trino, trino e uno, come la Madonna vergine e madre, come l’uomo buono e cattivo”.
Già Moretti in Habemus Papam aveva provato a raccontare le contraddizioni interiori di un Papa ma non era arrivato all’apice dove ci porta Paolo Sorrentino con la sua visione della Chiesa moderna, piena di Cardinali omosessuali, altri che fanno orge e altri ancora che tramano solo politica.
Il suo Papa che fuma quasi ad ogni scena, che è contro tutto quello che la modernità ha portato: unioni civili, adozioni gay, aborto.
Un papa quasi “cattivo” che però si redime nei dialoghi perfettamente riusciti di Sorrentino, che prima di essere un regista bisogna ricordare essere uno straordinario sceneggiatore.
C’è chi non apprezza il Paolo Sorrentino regista, i suoi campi lunghi, le attese, i dialoghi lenti, si domandano perché non faccia il fotografo. Mio marito, come molti altri, si addormenta dopo dieci minuti, lo trova soporifero.
Io lo amo molto. Questo “Giovane Papa” come atmosfere, come scelta di musiche, come alcune trovate di sceneggiatura, nelle sue suggestioni mi riporta alla memoria il David Lynch di Twin Peaks. Una fotografia impeccabile quella di Sorrentino. Un Jude Law in stato di grazia nei panni del Papa Pio Lenny Belardo, bello, spregiudicato e anarchico.
Il Cardinale Voiello interpretato da un Silvio Orlando strepitoso diviso tra macchinazioni ecclesiali e una grande passione per il Napoli. Un grande cast per un grande prodotto televisivo ibridato con il cinema.
Un Papa che bello come Gesù, come lui stesso dice di sé in una puntata, sarebbe l’uomo copertina ideale per la Chiesa, ma lui ha una strategia in mente : non mostrarsi. Come i più grandi artisti di questo secolo sono “invisibili” : Mina, Bansky Daft Punk , e lui dell’invisibile vuole diventare la rock star assoluta.
“L’assenza è presenza” ripete più volte. Nell’ultima puntata è andato in onda il suo piano diabolico, quello di preparare il più grande evento mediatico della storia: la sua apparizione. Proprio come se fosse l’apparizione di Dio.
Come ho già detto sceneggiatura straordinaria quella di Sorrentino. “Accontentarsi è come morire”, dice Papa Jude Law mentre fuma e sorseggia Cherry Coke Diet.
E questa volta sicuramente Paolo Sorrentino non si è accontentato ed è al suo massimo splendore in quasi equilibrio tra Santità e Demonio, come diceva Vasco Rossi “Tra Santità e Demonio basta che ci sia un posto” e Sorrentino il suo posto l’ha trovato.
Di Marilù S. Manzini