La guerra coloniale dei raid aerei di Israele nel sud del Libano contro la popolazione e Hezbollah si è intensificata nelle ultime settimane, aumentando le tensioni nella regione. Israele ha condotto operazioni militari mirate nel sud del Libano, distruggendo infrastrutture di Hezbollah e infliggendo pesanti danni al gruppo filo-iraniano. Parallelamente, una sofisticata operazione di sabotaggio ha colpito i sistemi di comunicazione di Hezbollah, generando caos e terrore tra la popolazione libanese. Mentre le esplosioni hanno causato numerose vittime, il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha parlato di “dichiarazione di guerra” da parte di Israele, lasciando però in sospeso la risposta del movimento sciita. Giovedì sera ci sono stati ulteriori raid aerei di Israele nel sud del Libano: le agenzie stampa libanesi hanno informato che ci sono state almeno cinquanta esplosioni di razzi, che facevano parte della difesa armata libanese.
Attacchi intensificati e raid aerei di Israele nel sud del Libano
Nelle ultime 24 ore, ci sono state una serie di raid aerei di Israele nel sud del Libano, mirati a distruggere infrastrutture militari di Hezbollah, tra cui centinaia di razzi pronti per essere lanciati verso Israele. Secondo quanto riportato dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF), sono stati colpiti oltre 1.000 cannoni. Fonti libanesi indicano che tra i 50 e i 70 raid aerei si sono verificati in rapida successione, rappresentando l’operazione più massiccia da quando è scoppiato il conflitto nella Striscia di Gaza.
Oltre ai bombardamenti, Israele sembra aver portato avanti un’operazione sofisticata contro i sistemi di comunicazione di Hezbollah. Martedì migliaia di cercapersone in dotazione ai membri dell’organizzazione hanno iniziato a esplodere simultaneamente in diverse zone del Libano. L’intelligence israeliana è probabilmente responsabile della manomissione di questi dispositivi, seguita il giorno successivo da esplosioni di altri apparecchi come walkie-talkie. Questi attacchi hanno causato il panico tra la popolazione e oltre 37 vittime, con più di 3.000 feriti.
Intanto, dopo il dramma delle esplosioni dei cercapersone, le autorità libanesi hanno dichiarato che sono state aperte delle indagini, in quanto le cariche esplosive erano presenti negli strumenti tecnologici già dal loro confezionamento, a mesi prima del loro utilizzo.
Il trauma della popolazione libanese
Le esplosioni improvvise dei walkie-talkie e i successivi raid aerei di Israele nel sud del Libano hanno terrorizzato la popolazione. Molti cittadini hanno vissuto momenti di paura, vedendo dispositivi esplodere nelle proprie tasche o in mezzo alla strada. Alcuni temono ora che altri dispositivi elettronici possano essere presi di mira, generando un clima di diffidenza e panico. Molte famiglie tengono i figli a casa dalle scuole, temendo ulteriori attacchi, mentre l’autorità per l’aviazione civile libanese ha vietato l’uso di cercapersone e walkie-talkie sugli aerei.
La risposta di Hezbollah ai raid aerei di Israele nel sud del Libano
Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, ha definito l’operazione israeliana una “dichiarazione di guerra”, ma non ha specificato quale sarà la risposta del suo movimento. In un discorso trasmesso in televisione, ha dichiarato che Israele ha oltrepassato qualsiasi “linea rossa”. Proprio per questo, ci saranno “delle risposte schiaccianti dal fronte della resistenza”, come ha anche dichiarato il comandante delle Guardie della rivoluzione iraniana a Nasrallah.
Nel frattempo, i bombardamenti israeliani sono proseguiti, sorvolando Beirut poco prima che Nasrallah tenesse il suo discorso. Nonostante le dichiarazioni forti, Hezbollah deve affrontare la difficile decisione di rispondere o meno, consapevole che un conflitto aperto con Israele potrebbe indebolire ulteriormente la sua posizione.
Israele tra una falsa diplomazia e la più sincera tentazione militare
Dal lato israeliano, la tentazione di lanciare un’offensiva massiccia contro Hezbollah è forte, ma è bilanciata dalle preoccupazioni degli alleati statunitensi e dall’opinione pubblica. Le forze di occupazione israeliane hanno già annunciato che i raid aerei di Israele nel sud del Libano saranno molteplici e avranno l’obiettivo di indebolire qualsiasi ramo del gruppo terroristico islamico. Intanto, il ministero della sanità libanese ha dichiarato che il bilancio dei morti rasenta le 40 persone, in seguito all’esplosione dei walkie-talkie e dei razzi.
Una guerra con Hezbollah potrebbe non risolvere il conflitto attuale, né garantire la sicurezza degli ostaggi detenuti da Hamas a Gaza. Tuttavia, Israele sta cercando di dimostrare la propria forza nella regione, anche attraverso operazioni psicologiche come l’attacco ai dispositivi elettronici. Come ha dichiarato l’agenzia stampa nazionale libanese, Israele ha attaccato più di cinquanta volte il sud del Libano, in un’escalation di bombardamenti che è degenerata dallo scorso ottobre.
Un conflitto senza soluzione chiara e la continua giustificazione nei confronti di Israele
Entrambi i contendenti si trovano di fronte a dilemmi complessi: Hezbollah, pur essendo un attore chiave per l’Iran in Medio Oriente, sembra indeciso su come rispondere; Israele, dal canto suo, fatica a dimostrare che un conflitto su vasta scala contro Hezbollah possa davvero rafforzare la propria sicurezza. La situazione rimane in stallo, con il rischio che il conflitto si espanda ulteriormente senza una chiara strategia da parte di entrambi i fronti.
Le esplosioni dei walkie-talkie e i recenti raid aerei di Israele nel sud del Libano hanno chiaramente dimostrato come la natura colonialista nel sistema politico dello Stato di Israele sia sistemica e radicale. Non si può parlare di atti diplomatici o sforzi internazionali per la pace quando uno dei due interlocutori – o fronti di guerra – è pregno di una natura razzista e coloniale, a cui si può opporre resistenza solamente con la forma della resistenza armata.
Il Libano è vittima parte di questi attacchi sporadici e non anche per la sua solidarietà alla terra e al popolo palestinese: i raid di Israele nel sud del Libano sono stati indiscriminati, volti a colpire qualsiasi forma di vita, a prescindere dall’età, dalla carica politica o dal valore istituzionale. Intanto, lo stato di occupazione e la guerra di Israele contro la Palestina continua al suo 350esimo giorno, l’ennesimo durante il quale qualunque persona uccisa o crimine rimarrà impunita e dimenticata.