L’avvocato Paolo Capici lancia un appello all’amministrazione comunale di Gela affinché vengano affrontate e risolte una serie di problematiche che ostacolano il diritto alla mobilità e all’inclusione delle persone con disabilità. In particolare, l’avvocato sottolinea la difficoltà di fruire dei servizi balneari.
A Gela l’accessibilità per i diversamente abili resta un tema cruciale che richiede un’attenzione immediata e concreta da parte delle autorità locali. Nonostante un primo segnale positivo con l’installazione delle passerelle a mare, persistono criticità rilevanti che necessitano di interventi urgenti. È quanto emerge dalle parole dell’avvocato Paolo Capici, rappresentante dell’associazione H.
In particolare, Capici ha evidenziato come, nonostante l’installazione delle passerelle, alcuni titolari di lidi continuino a non garantire un accesso adeguato ai diversamente abili. Questa situazione, secondo l’avvocato, non solo lede i diritti fondamentali di queste persone, ma rappresenta anche una chiara violazione delle normative vigenti in materia di accessibilità. Il richiamo all’amministrazione comunale è dunque forte e chiaro: è necessario un intervento più incisivo per assicurare che tutti i luoghi pubblici, e in particolare le strutture balneari, siano realmente accessibili a tutti, senza discriminazioni.
Le proposte dell’associazione H
Capici ha poi posto l’accento sulla necessità di attuare alcune misure che, secondo lui, potrebbero essere realizzate in tempi brevi e con costi ridotti, grazie alla collaborazione con l’Azienda Sanitaria Provinciale (Asp). Tra le priorità indicate, vi è la definizione di un servizio di trasporto circolare gratuito per i disabili, già individuato dalla precedente giunta comunale, ma non ancora implementato. Questo servizio, sottolinea l’avvocato, non comporterebbe alcun costo aggiuntivo per l’amministrazione, poiché potrebbe essere realizzato utilizzando i pullman dell’Azienda Siciliana Trasporti (Ast), i quali già coprono il perimetro cittadino. Capici ha inoltre ricordato che l’Ast, in virtù di un contratto quarantennale, ha l’obbligo di garantire tale servizio, ma finora non ha mai rispettato pienamente i suoi impegni.
Un altro punto cruciale sollevato dall’associazione H riguarda il trasferimento immediato del settore dei servizi sociali e l’apertura del Punto Unico di Accesso (Pua) presso i locali siti al piano terra di viale Mediterraneo. Anche in questo caso, Capici ha evidenziato che tale operazione non comporterebbe alcun onere di spesa per l’amministrazione comunale, ma rappresenterebbe un passo fondamentale per rendere i servizi sociali più accessibili e vicini ai cittadini, soprattutto a quelli con maggiori difficoltà.
Tra le altre problematiche sollevate, vi è la questione della pedana che collega il piano terra al primo piano dell’ufficio Anagrafe. Attualmente, questa pedana necessita di una riparazione urgente o, in alternativa, di una sostituzione. In mancanza di un intervento rapido, Capici suggerisce di trasferire l’ufficio Anagrafe in un locale più accessibile, preferibilmente situato al piano terra, come quelli di via Donizetti o di viale Mediterraneo. Tale misura garantirebbe un accesso più agevole ai servizi anagrafici per tutti i cittadini, senza distinzioni.
L’avvocato ha concluso il suo appello sottolineando l’importanza di una programmazione a lungo termine per l’eliminazione graduale delle barriere architettoniche presenti nelle vie cittadine, nelle strutture pubbliche e negli edifici aperti al pubblico. Secondo Capici, una città davvero inclusiva e a misura di tutti non può prescindere dall’eliminazione di ostacoli fisici che impediscono la libera circolazione delle persone con disabilità. È necessario, dunque, un impegno costante e pianificato da parte dell’amministrazione comunale per rendere Gela un luogo dove tutti i cittadini possano muoversi liberamente e accedere ai servizi in piena autonomia.
Le proposte avanzate dall’associazione H, di cui l’avvocato Paolo Capici è uno dei principali rappresentanti, potrebbero avere un impatto significativo sulla vita quotidiana di molte persone e fungere da primo passo verso una maggiore inclusione sociale. Tuttavia, affinché ciò avvenga, è indispensabile che l’amministrazione comunale prenda sul serio queste istanze e agisca tempestivamente, dimostrando concretamente il proprio impegno verso i cittadini più fragili.