È innegabile che opere recenti come il Progetto Porta Nuova, la riqualificazione della Darsena, l’Expo ma anche CityLife, il lavoro di riqualificazione della Fiera Campionaria ancora in atto, abbiano contribuito a riplasmare la città di Milano. Parallelamente alla crescita edilizia, nel capoluogo lombardo si è verificato anche un aumento di imprese e di startup; in sostanza, dopo anni di stallo, Milano è tornata ad essere un luogo in cui poter investire.
Nonostante la popolazione di questa città sia in costante riduzione dal 1971, ultimamente è stata registrata una piccola tendenza alla crescita, alimentata anche dalle diverse migliaia di persone – soprattutto i giovani – che hanno deciso di stabilirvisi. La maggior parte di essi è rappresentata dagli studenti, sia italiani che stranieri; quelli iscritti all’Università Statale o al Politecnico, ovvero una fetta consistente della totalità dei giovani che studiano a Milano, vivono (o comunque si recano quotidianamente) nella zona di Città Studi, a nord-est di Milano.
Si tratta di uno spazio cittadino caratterizzato da un cospicuo numero di aree abbandonate, sia pubbliche che private, molte delle quali senza un progetto di riqualificazione. Dalla parte opposta, a nord-ovest, si sta sviluppando il progetto “Arexpo”: un parco della scienza, del sapere e dell’innovazione che sorgerà sull’area dove si è svolta l’Esposizione Universale nel 2015. Il tema principale di questo progetto è la ricerca scientifica applicata alla salute e alla nutrizione e, secondo le previsioni, dovrebbe essere ultimato in quattro o cinque anni. Ma qual è il nesso tra Città Studi e Arexpo? Se il progetto andrà a buon fine, parte delle facoltà scientifiche dell’Università Statale (che ora hanno sede tra Piola e Lambrate) verranno trasferite a Rho Fiera. Quest’area, infatti, si presta particolarmente per la possibilità di creare un nuovo campus di concezione moderna, adatto allo svolgimento di attività scientifiche. Inoltre, la Facoltà di Veterinaria verrà spostata a Lodi entro la primavera del 2018, mentre l’Istituto Besta e l’Istituto dei Tumori dovranno traslocare nella Città della Salute di Sesto, ancora in fase iniziale di costruzione.
Questi dislocamenti sono stati reputati necessari dopo una valutazione strutturale degli edifici dove si trovano attualmente le facoltà in questione; in molti casi, le condizioni degli stabili sono critiche (ad esempio, l’Istituto di Farmacologia). Naturalmente, tale operazione prevede importanti investimenti economici, sia da parte del Governo che dell’Università Statale; lo stanziamento degli 8 milioni di euro necessari per l’avvio del progetto, che doveva essere previsto nell’ultima Legge di stabilità, non è ad oggi avvenuto; tuttavia il Governo, nel confermare l’interesse per il trasferimento, ha rassicurato che tali fondi saranno garantiti (attingendo eventualmente anche ai fondi europei di coesione e sviluppo). Se i dipartimenti verranno effettivamente ricollocati, l’amministrazione di Milano dovrà affrontare un nuovo, grande problema, ovvero la riconversione di un’area, come quella di Città Studi, dell’ampiezza di circa 250mila mq. Al Comune spetterà l’arduo compito di evitare che questo quartiere, da sempre fortemente vivo e dinamico grazie alla presenza degli studenti, venga abbandonato e dimenticato.