Dello scontro Salvini-Tajani avrebbe fatto volentieri a meno la Meloni. La premier ora si trova tra due fuochi, per l’esattezza tra i suoi due vicepremier, che con le loro scaramucce rischiano di far saltare il governo. Salvini attacca Tajani: “Votare con la Schlein per una poltrona è imbarazzante. Meglio senza vicepresidenti che con Verdi e sinistre“. E Tajani risponde: “Qualcuno dice che abbiamo votato come Schlein e i Verdi. Potrei dire che chi ha votato “No” ha votato come Salis e Conte, ma sarebbe una risposta puerile“. E di fatto lo è stata. Perché a Salvini si poteva rispondere che Forza Italia e Pd votano con i popolari europei da prima che lui, ancora coi pantaloni corti, cominciasse a militare nei comunisti padani.
Dopo la baruffa con il Ministro della Giustizia Nordio sul tema del sovraffollamento delle carceri, Salvini ora ce l’ha con Tajani. Il Carroccio ha oramai deciso di usare la ruspa per uscire da una situazione imbarazzante: la Lega, in Europa come in Italia, non tocca palla. Sono “ininfluenti“, per dirla con Tajani. E Salvini, che a questa ininfluenza proprio non vuole arrendersi, si mette ad attaccare gli alleati forzisti, preoccupato che l’effetto Vannacci svanisca presto e che il proprio elettorato si renda conto della mancanza di peso politico che relega la Lega a fanalino di coda all’interno delle sue alleanze in Italia e in Europa.
Fa specie, però, che il leader del Carroccio non abbia trovato montante migliore che accusare di tradimento Forza Italia -da sempre fedele alla famiglia dei popolari europei- per aver votato Ursula von der Leyen insieme ai dem, iscritti al gruppo dei socialisti europei, quindi alleati anch’essi con i popolari. Che Salvini non lo sappia è da escludere, quindi non ci è; che voglia giocarsi la carta dell’alleanza Fi-Pd per rimarcare la propria diversità agli occhi degli elettori non è da escludere, quindi ci fa.
Purtroppo per lui, è una carta debole, dal momento che, come ha osservato giustamente Tajani, lui ha votato “No” alla von der Leyen esattamente come Salis, Fratoianni e Conte. Insomma, Forza Italia vota con la sinistra moderata, lui con l’estrema sinistra; forse un rigurgito del comunista padano che fu.
Le parole di Tajani
Il leader azzurro ha chiarito la posizione di Forza Italia in Europa all’evento Anuman2024, a Roma. Ha prima rivendicato “la scelta coerente” del suo partito di appoggiare Ursula von der Leyen:
«Se andiamo a confrontare il programma letto dalla von der Leyen, quello dei Popolari e quello di FI sono praticamente sovrapponibili. Siamo in perfetta sintonia sul tema dell’immigrazione, delle piccole medie imprese, dell’agricoltura, del Mediterraneo e della salute».
Tradotto: Forza Italia non ha votato per una poltrona ma per convergenza con Ursula von der Leyen. Il Ministro degli Esteri ha poi sottolineato il peso di Fi in Europa e l’ininfluenza della sua alleata in Italia, la Lega che, insieme a Marine Le Pen, è fuori dai giochi europei:
«Nella futura Commissione europea ci sarà una maggioranza relativa di commissari del Ppe. Quindi il Ppe darà la linea e darà le carte. Noi staremo nella cabina di comando e questo ci permetterà di vigilare affinchè non ci siano deviazioni che vadano nella direzione sbagliata soprattutto per quanto riguarda il cambiamento climatico. Certamente le estreme destre come la Le Pen sono fuori da qualsiasi gioco».
Nella lunga analisi del ministro degli Esteri c’è stato spazio anche per i “vicepresidenti di Roberta Mestola“, riconfermata alla guida del Parlamento europeo. Tajani ha ribadito che “sono stati eletti i vicepresidenti dei conservatori” mentre “non sono stati eletti i vicepresidenti dei Patrioti. E quindi ancora una volta i Patrioti si dimostrano ininfluenti“. Infine, Tajani ha citato un sondaggio, uscito dopo il voto di Strasburgo, da cui emerge che “Forza Italia è l’unica forza che cresce nel centrodestra“. Da qui ha lanciato l’obiettivo: quello di “allargare i nostri consensi fino ad arrivare al 20 per cento“.