“E io, uscendo da questa pelle di vecchie bende, noie, vecchie facce, vengo a te dal nero carro, pura come un neonato.”
Sylvia Plath, Verso la meta
Al di là della guerra, del fumo che solleva e del frastuono che provoca, c’è la pace intesa come azzurrità e come il sussurro che solo l’amore riesce ad udire. In Afghanistan, su un muro testimone di caos e di spari e di disperazione, è stata scritta una promessa: “Dopo l’assedio, ti chiederò di sposarmi”.
Perchè, forse, chi vive, chi subisce, chi soffre la guerra, conosce veramente il significato, l’importanza che possiede la speranza: quella del domani, quella del dopo, quella che sempre, in ogni situazione, deve resistere e che ad ogni dramma deve sopravvivere, ed uscirne viva e forte. Come l’amore, quello vero, quello che resta alto ed incrollabile: come un faro che illumina il coraggio e le storie e le giornate di persone che altro non desiderano se non vivere, se non amare, se non amarsi. E la promessa, il sogno di poterlo fare, sostiene anche durante le prove più dure: e basta un muro affinché il desiderio divenga un progetto, uno di quelli che “realizzaremo appena ci sarà possibile”, non perché si vuole temporeggiare ma perché è una di quelle cose che meritano sole e silenzio e calma per potersi realizzare.
Un muro che ogni nuovo Sole farà splendere fino al giorno in cui l’assedio terminerà e le bombe, il tormento, il dolore, la disperazione cesseranno per lasciare il posto alla musica, ai respiri e ai sospiri sereni, alla tranquillità e a tempi e spazi degni di essere quelli in cui i sogni si possono realizzare. Un muro che non deve crollare così come non deve crollare la speranza e la voglia di farcela, di ricominciare, di continuare. E di amare.
Al di là della guerra, al di là del male, al di là della notte, ci sono i sogni, c’è l’amore, c’è la vita. Che devono sempre trovare terra e cielo e tempo a loro adatti. Ed un muro, in Afghanistan, saprà ricordarlo.
Perché i muri devono essere usati per ricordarci chi siamo e cosa desideriamo e non per aumentare confini e distanze. L’amore, sì. Ricordatevi di amare, nonostante tutto.
Deborah Biasco