Alla conclusione di Freedom Edge, esercitazione militare congiunta che ha visto coinvolti Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud, Pyongyang ha esternato il suo disappunto nei riguardi di quello che ha percepito come uno step verso la creazione di una versione asiatica della NATO. La Corea del Nord ha accusato questa iniziativa di contribuire all’escalation delle tensioni nella regione, che in questo momento sono ai massimi storici.
Freedom Edge e il sistema di alleanze nel Pacifico
Si è conclusa nella giornata di sabato 29 giugno Freedom Edge, un’esercitazione militare congiunta che ha visto coinvolti Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud. L’esercitazione, che si è dispiegata nel Mar Cinese Orientale, e quindi a pochi passi da Pechino e Pyongyang, aveva avuto inizio giovedì 27 giugno.
Freedom Edge inaugura una nuova fase nelle relazioni di alleanza militare tra i tre paesi che vi hanno preso parte. L’esercitazione ha infatti avuto caratteri più sofisticati rispetto a quelle tenute in passato, e si è svolta su una scala senza precedenti: sono state coinvolte unità delle marine militari dei tre paesi e aerei da combattimento, nonché la Theodore Roosevelt, portaerei a propulsione nucleare statunitense, arrivata la scorsa settimana presso la base navale di Busan, in Corea del Sud.
L’esercitazione militare Freedom Edge si era posta l’obiettivo di saggiare il grado di interoperabilità delle forze statunitensi, giapponesi e sudcoreane e di affinare la cooperazione militare tra i tre paesi, specialmente in vista della recente crescita delle tensioni nella penisola coreana. Freedom Edge mirava dunque a preparare la difesa della Corea del Sud da eventuali attacchi esterni.
Il progetto di tenere un’esercitazione militare congiunta nel Pacifico era stato reso pubblico dai tre paesi coinvolti in occasione dello Shangri-La Dialogue 2024, tenutosi a Singapore tra il 31 maggio e il 2 giugno. La denominazione ‘Freedom Edge’ deriva dalla combinazione dei nomi di due esercitazioni militari preesistenti, ossia Freedom Shield (esercitazione annuale condotta da USA e Corea del Sud) e Keen Edge (che vede coinvolti Giappone e USA).
Giappone e Corea del Sud costituiscono, insieme alle Filippine, due tra i più importanti alleati statunitensi nella regione del Pacifico, nonché preziosi deterrenti nei confronti della sempre maggiore assertività cinese e nordcoreana nell’area. Come riporta The Associated Press, infatti, questi paesi possono contare sui due eserciti più numerosi e sofisticati tra quelli degli alleati americani in Asia orientale, e ospitano decine di migliaia di soldati USA sul loro suolo.
La risposta della Corea del Nord
Un’esercitazione militare congiunta di vasta portata come Freedom Edge, tenutasi, tra l’altro, alle porte di Pyongyang, ha scatenato le ire della Corea del Nord. Le tensioni nella penisola coreana sono ai massimi storici, e questo episodio costituisce solo l’ultimo di una serie di avvenimenti che hanno contribuito a determinare un’escalation delle frizioni tra Seul e Pyongyang.
Nel mese di giugno, infatti, si sono verificati episodi come il lancio sul suolo sudcoreano di palloncini pieni di spazzatura da parte di Pyongyang e schermaglie causate da attraversamenti della linea di confine da parte di militari nordcoreani. Inoltre, in un recente vertice bilaterale con Putin, la Corea del Nord ha firmato un trattato difensivo con la Russia. Pyongyang sembra infine determinata ad espandere il suo arsenale nucleare.
Secondo Pyongyang, Freedom Edge costituirebbe una prova incontrovertibile della volontà statunitense di dare vita in Estremo Oriente ad una versione asiatica della NATO. Invece di contribuire alla stabilità e alla sicurezza della regione come aveva affermato Washington, secondo la Corea del Nord Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud starebbero dando vita ad un pericoloso e aggressivo blocco militare.
Secondo quanto affermato dal Ministro degli Affari esteri della Corea del Nord, ciò che preoccupa maggiormente Pyongyang è il carattere che sta assumendo la cooperazione militare tra Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud: il principio su cui essa sembra basarsi ricorda da vicino quello su cui si fonda la NATO, ossia il principio che prevede l’obbligo di intervenire in difesa di un partner che ha subito un attacco esterno.
Le tensioni nella penisola coreana non sembrano destinate ad attenuarsi nel futuro prossimo, come testimoniato dalla volontà di Washington, Tokyo e Seul di incrementare l’interoperabilità delle loro forze armate. Mai come in questo momento storico le frizioni tra gli Stati Uniti e i suoi alleati nel Pacifico e l’asse Mosca-Pyongyang sono apparse vicine ad una drammatica escalation.