Come l’acqua per i papaveri rossi. Resistere
In pindariche elucubrazioni e inverosimili accostamenti spesso mi ritrovo ad associare cose tra loro apparentemente distanti.
Per quanto sia particolarmente di moda il termine “resilienza” io resto affezionato alla parola resistenza. Chiamatemi anacronistico o nostalgico ma è così. Far muro di gomma mentre cerco di restare apparentemente non coinvolto per ciò che mi fa male purtroppo non è da me. Ammiro chi ci riesce applicando una sorta di taoismo adattato, ma sono anche convinto che questo metodo, col tempo, apre ad ulcere inaspettate ed esplosioni improvvise. E poi nessuno può escludere che dietro la resilienza possa covare – o svilupparsi – l’indifferenza. Col tempo si sa, ci si abitua a tutto.
Per combattere la rassegnazione credo basti “a fatica” rassegnarsi quando non esistono altre alternative; ma quando c’è qualcosa che si può fare, credo sia un passaggio obbligato forzare ogni indifferenza per resistere. Insomma qua mica tutti siamo Bersani o Cuperlo? Entrambi senza “Speranza”?
Se la Morani risponde ai pensionati di ipotecare la casa per arrivare a fine mese io non posso non dire che questo “essere” sta alla sinistra come Mussolini stava alla lozione per capelli. Se si applica la resilienza anche per l’ignoranza e la stupidità, beh questo non è un metodo, bensì rassegnato favoreggiamento.
Se Verdini viene prosciolto da tutti i capi di accusa a suo carico perché è arrivata la tanto “attesa” prescrizione grazie al metodo “Silvio”, io non posso non denunciare pubblicamente che intorno a questo ctonio e borioso “intrallazzatore” è stato fatto quadrato affinché si giungesse al suo pieno proscioglimento. Quando il protettore è in pericolo spesso viene protetto dalle sue stesse vittime, e non è una forma di sindrome di Stoccolma, è solo interesse. Le meretrici che bazzicano nei palazzi hanno tutto l’interesse a “tutelare” l’infangata fonte dei loro privilegi.
Se Renzi fa i salti mortali per farsi intervistare dalla rivista Rolling Stone semplicemente per dire di essere l’anti-rockstar, allora mi viene spontaneo chiedermi: “allora che ca**o ti sei fatto intervistare a fare su Rolling Stone? Tanto basta darti un’occhiata per capire che non sei Lou Reed, che Dio lo abbia in gloria! Nei tempi bui sono sempre i migliori che “scappano”. Passare a miglior vita per non voler vedere i peggiori che “restano” è solo un “estremo atto” di buon gusto.
Se Baricco si fa venire i cinque minuti di isterica invidia per il Nobel a Bob Dylan, io non posso che prendere atto della cruda realtà, e cioè: se anche Dylan non fosse stato insignito del prestigioso premio restava comunque Bob Dylan, mentre Baricco (anche con un fantomatico Nobel di cartone in tasca, fatto alla scuola Holden nell’ora di Art Attack tenuta da Muciaccia) resterà, purtroppo, sempre Baricco. Hai voglia di rosicare, la realtà non cambia!
Resistere dunque è anche parlare, scrivere, denunciare, comunicare, condividere con forza anche le proprie paure. Resistere non è un semplice esser contro il potere, ma esser “inevitabilmente” messi contro dal potere, chi resiste non prende una posizione se non quella dei diritti e delle opportunità per tutti , l’insopprimibile desiderio di libertà e di indipendenza gli impediscono qualsivoglia appartenenza, però tale incasellamento gli viene assegnato d’ufficio dal gregge belante dei detrattori. Oggigiorno per ribellarsi basta esser coerenti con sé stessi, nulla di più semplice e nulla di più difficile da realizzare.
Il sottoscritto per troppo tempo è stato resiliente, più per una sorta di snobistica e oziosa albagia verso il mondo che per degli ideali da portare avanti, e, mi si creda, tale atteggiamento non porta lontano.
Resistere è come esser acqua per i papaveri. E’ ostinazione, abnegazione, pazienza, memoria, cuore. Un operare senza tregue e che spesso può fallire, ma un operare inevitabile. Non si può non essere come l’ acqua per resistere, fosse anche solo per tener viva la memoria, il sacrificio, la lotta di chi, molto prima di noi, ci ha dato l’opportunità di essere e restare liberi.
fonte immagine: www.360-gradi.it
Bell’articolo. Però resilienza e resistenza non sono affatto sinonimi.