Di Carlo Nesti
Il caso “Olimpiadi Roma 2024” non ha compromesso il rapporto di collaborazione fra il Presidente del Consiglio Renzi e il Presidente del Coni Malagò. L’atteggiamento del primo, in confronto a quello della sindaca di Roma Raggi, non è stato, infatti, così perentorio, da alimentare fratture.
D’altro canto, occorre riconoscere che i punti di vista opposti e contrari avevano entrambi le loro lodevoli ragioni.
Dalla parte del “no”, il buon senso di evitare un’altra occasione di corruzione e spreco alla pluri-processata capitale.
Dalla parte del “sì”, il coraggio di dimostrare, sotto gli occhi del mondo, che l’Italia sa sconfiggere le sue malattie più gravi.
Con Renzi, e l’approvazione di Malagò, sono state ufficializzate le 183 ristrutturazioni di impianti, finanziate dai 100 milioni di Euro del fondo “Sport e periferie”, lanciato dal Premier dopo gli attentati di Parigi.
La pratica sportiva, infatti, ha il potere di tenere lontani i giovani dai pericoli più diabolici: alcol, droga e violenza.
Le proposte erano 1681, e per accoglierle sarebbe stato necessario un miliardo e 300 milioni di Euro. Si trattava di una cifra fuori dalla portata del paese, in rapporto ad altre priorità, ora che i terremoti hanno aggiunto altre lacrime ai problemi abituali.
La Calabria è la regione più bisognosa di interventi, vale a dire 34, per un totale di 5 milioni e mezzo e Euro.
Credo che, sperando che questi soldi non si perdano in mille rivoli, l’unico motivo certo di apprezzamento sia legato alla coincidenza fra l’interesse cristiano di Papa Francesco per le periferie, e l’analogo interesse sociale del Governo e del Coni.
E’ l’interesse perché gli ultimi abbiano impianti per praticare lo sport, e impararne gli alti valori educativi. E gli “ultimi”, da sempre, sono i “primi”, per Gesù.