Vi siete mai chiesti perché siamo nel 2016? Cerco di essere più specifica e semplice nello stesso momento, chi ha deciso che oggi è il 28 ottobre del 2016? Passando oltre il numero del giorno e del mese, altrimenti diverrebbe davvero complicato, per iniziare ci poniamo la domanda che apparentemente sembrerebbe più semplice, perché siamo nel 2016, invece che 5045 o 10657? Sono numeri a casaccio per determinarne un esempio banale. Quindi mi sono armata di santa pazienza per andare a scovare i vari cambiamenti storici che hanno permesso oggi nel dire con certezza che siamo nel 2016, invece che in un altro pseudo anno. Dire che è stato difficile, è ben poco, ma penso che per fortuna la vita sia stata veramente breve per ogni uomo, evitandogli momenti di pazzia in questi cambiamenti di datazione che oggi ci permettono di avere un calendario stabile.
Il sistema attualmente in uso, nei paesi occidentali, ha oggi il suo anno 0 nel cosiddetto Anno Domini. Ovviamente l’anno 0 non esiste. L’espressione Anno Domini (abbreviata in A.D.) significa “Nell’anno del Signore” e viene utilizzata per denotare la numerazione degli anni a partire da quello in cui avrebbero avuto luogo l’Incarnazione di Gesù e la Natività, è una numerazione usata dal calendario giuliano e dal calendario gregoriano. I calcoli cronografici alla base del sistema dell’Anno Domini furono sviluppati a Roma nel 525 da un monaco scita, chiamato Dionigi il Piccolo, come una conseguenza del suo lavoro sul calcolo della Pasqua. Secondo i suoi calcoli, l’Annunciazione e l’Incarnazione di Gesù erano accadute il 25 marzo dell’anno 753 dalla fondazione di Roma. Tale anno venne quindi adottato come anno 1 a.C. (calendario giuliano). Per molti secoli in alcuni paesi era proprio il 25 marzo il “nostro capodanno attuale”. Quindi sull’anno ci siamo arrivati, invece per il giorno ed il mese? Lo stile moderno o “della circoncisione”, secondo cui l’anno comincia il primo gennaio, era già stata utilizzata da Giulio Cesare, ma si diffuse solo nel XVI secolo, sostituendo gradualmente gli usi locali. Venne adottato in Germania nel 1544, in Francia nel 1564, nello Stato della Chiesa nel 1582 con la riforma gregoriana del calendario. In Scozia, poi, fu adottato nel 1600 e in Inghilterra solo nel 1752.
Quindi il mondo conta i suoi anni in base all’anno del “Signore”, ma ovunque è così? Diciamo che è quello più utilizzato, infatti siamo abituati a misurare il tempo con il calendario gregoriano, che prende il nome da Papa Gregorio XIII che lo introdusse nel 1582. Si tratta di un calendario basato sull’anno solare, cioè sul ciclo delle stagioni. Il calendario gregoriano è quello più utilizzato, ma in varie parti del mondo, oggi potrebbe essere un anno completamente diverso dal nostro. Per esempio, in quell’ebraico si contano gli anni a partire dalla data presunta della creazione, che in base alle indicazioni della Bibbia è stata calcolata dalla tradizione rabbinica al 3760 a.C. Precisamente l’anno 1 inizia il 6 ottobre 3761 a.C.; perciò, ad esempio nel settembre dell’anno gregoriano 2016 è iniziato l’anno ebraico 5777. In Cina, ormai è stato adottato il nostro calendario, mentre in quello islamico, al contrario dei precedenti, è esclusivamente lunare. Parte dal 16 luglio 622, anno in cui fu compiuta l’Egira (cioè il trasferimento dei primi devoti musulmani e del loro profeta Maometto dalla Mecca alla volta di Yathrib) e si snoda in 12 mesi alternativamente di 30 e 29 giorni, con una piccola differenza con il nostro di 2,9 secondi, dopo vari calcoli che non vi starò a spiegare, ma con un errore risultante di un giorno ogni 2483 anni circa.
Dopo vari numeri, calcoli e consultazioni, ho scoperto che ci sono vari calendari che oggi non corrispondono con il nostro, ma non è una scoperta del nuovo millennio, ma ho una curiosità personale ora: quella di poter studiare su un libro di storia in un paese arabo, scritto esclusivamente con le loro date, per impazzire completamente.