Michele Marsonet
Prorettore alle Relazioni Internazionali dell’Università di Genova, docente di Filosofia della scienza e Metodologia delle scienze umane
L’influenza Usa in Africa in Africa continua a indebolirsi. Ultimamente, in Niger, le forze armate russe hanno preso il controllo di una parte della base militare Usa, nonostante la presenza ancora attiva di truppe americane. Il segretario alla Difesa, Lloyd Austin, ha confermato la notizia, sollevando preoccupazioni riguardo alla mancanza di capacità dell’amministrazione Biden nel contrastare l’espansionismo russo nel continente africano. Tale situazione ha attirato le critiche del Partito repubblicano, ancora saldamente sotto l’influenza di Donald Trump.
Continua la diminuzione dell’influenza americana in Africa. La Reuters riporta che in Niger, dove i militari golpisti hanno già dato il benservito a truppe e diplomatici francesi, personale militare russo ha preso possesso di parte di una base militare Usa nella quale sono ancora presenti soldati di Washington.
La notizia, che è stata confermata dal segretario alla Difesa americano Lloyd Austin, desta perplessità poiché indica che l’amministrazione Biden non riesce a contrastare la spinta espansionistica di Mosca nel continente africano. Proprio per questo viene aspramente criticata dal Partito repubblicano, che è tuttora dominato da Donald Trump.
I militari Usa ora presenti in Niger sono circa un migliaio, ma la loro permanenza non durerà poiché il governo nigerino li ha invitati a lasciare il Paese in tempi brevi. I rapporti tra Washington e Niamey hanno cominciato a guastarsi dopo l’avvento della giunta militare nel mese di luglio del 2023 e la deposizione dell’ex presidente Mohamed Bazoum, di tendenze filo-occidentali.
La base summenzionata è la Air Base 101, che gli Usa hanno finora utilizzato per combattere le formazioni jihadiste presenti in territorio nigerino. Lloyd Austin ha escluso che militari americani e russi possano mescolarsi. Tuttavia la situazione è paradossale poiché, com’è noto, i rapporti tra Mosca e Washington sono ora ai minimi storici.
E’ comunque evidente l’intenzione di Vladimir Putin di riempire gli spazi che gli Stati Uniti (e la Francia) stanno abbandonando in Africa. Il Niger ha infatti firmato un patto di sicurezza con Mali e Burkina Faso del quale la Federazione Russa si fa garante. Non solo, Washington sta pure ritirando le sue truppe dal Ciad, altra nazione che sta entrando nell’orbita militare e diplomatica di Mosca.
L’amministrazione Biden appare dunque in piena ritirata, nonostante l’anziano presidente avesse promesso, quando fu eletto, di voler rafforzare la presenza americana in Africa. E’ accaduto invece il contrario, giacché l’influenza Usa si è parecchio affievolita anche ina America Latina, e appare declinante pure in Medio Oriente.
Si noti che in Niger, e più in generale nel Sahel, l’unica presenza occidentale rimasta è quella italiana, anche se non si sa fino a quando. Roma ha approfittato degli errori della ex potenza coloniale francese per mantenere buoni rapporti con i governi locali, ma l’incertezza riguarda anche il nostro Paese.
In ogni caso Joe Biden, che ha sempre il fiato di Donald Trump sul collo, potrebbe pagare questa ritirata nelle prossime elezioni presidenziali. L’elettorato Usa, infatti, non ha ancora scordato il caotico e improvvisato ritiro dall’Afghanistan.