L’emicrania, un fastidioso malessere in cui tutti, o quasi, ci siamo imbattuti almeno una volta nella vita. Si può essere predisposti, altre volte invece una violenta emicrania si scatena dopo un bicchiere di vino o dopo il consumo di insaccati o carne rossa. Il motivo? Probabilmente i batteri presenti nel cavo orale.
A rivelarlo uno studio pubblicato su mSystems, la rivista dell’American Society for Microbiology, secondo cui esisterebbe una correlazione tra l’emicrania e i batteri presenti nella bocca, in grado di ridurre i nitrati, sostanze comunemente impiegate come conservanti alimentari. Una simile riduzione produce nitriti, da cui deriva l’ossido nitrico, potente vasodilatatore capace di migliorare il flusso sanguigno e ridurre la pressione, oltre che scatenare violenti emicranie nei soggetti predisposti. Ci si concentra quindi sulla convinzione secondo cui sarebbero proprio alcuni cibi a scatenare il mal di testa.
Si è partiti esattamente da questo assunto, ipotizzando un legame tra il microbioma di un soggetto e ciò che mangia, quando i ricercatori dell’Università della California di San Diego e l’Università di Chicago hanno analizzato i batteri presenti in 172 campioni di saliva e oltre duemila campioni di feci, prelevati a soggetti che riferivano costanti emicranie all’American Gut Project, che si è occupata di raccogliere i dati. Le ricerche, condotte all’interno del più ampio progetto di studio volto a capire come i batteri che vivono nel corpo umano condizionano la nostra salute, hanno evidenziato che nel cavo orale dei soggetti affetti da emicranie erano presenti lo stesso quantitativo di batteri dei pazienti sani, con l’unica differenza che, nei primi, abbondano quelli capaci di ridurre nitrati, nitriti e ossido nitrico.
“Non c’è dubbio sul fatto che nella cavità orale ci siano batteri in grado di ridurre i nitrati – commenta Embriette Hyde, coautrice dello studio -. Pensiamo senza dubbi che questa via sia vantaggiosa per la salute cardiovascolare, ma ora abbiamo anche un possibile legame con l’emicrania”, queste le dichiarazioni presenti su http://salute24.ilsole24ore.com/. Basterebbe questo a spiegare perché molti pazienti che assumono farmaci per gestire scompensi cardiaci o dolore toracico, contenenti nitrati, riferiscono tra gli effetti collaterali proprio l’emicrania.
Il percorso è tracciato, nonostante il rapporto causa-effetto non sia ancora incontrovertibile. Restano da studiare ancora i microrganismi connessi all’emicrania e i livelli di ossido nitrico relazionati alla dieta. Non è escluso che si possa giungere alla creazione di un collutorio probiotico in grado di equilibrare la flora batterica del cavo orale e proteggere la salute cardiovascolare, senza ricorrere a farmaci pesanti per via dei molteplici effetti collaterali.
Alessandra Maria