La vita delle migliaia di persone di Calcutta che vivono in discarica, dove tra rifiuti, fumi nocivi e cadaveri muoiono a 50 anni e finiscono nei forni crematori della città come se fossero parte di quei rifiuti che loro stessi hanno prodotto, raccolto e venduto.
Dhara è una delle circa 30.000 persone che vivono su e intorno ad una discarica di Calcutta a Dhapa.
A casa di Kartik Dhara, i camion una volta arrivati in cima alla montagna di immondizia appaiono come giocattoli mentre i bambini giocano con l’intero carico di tutta la città di Calcutta che trasportano.
Dhara è un’autista di un camion della spazzatura della città, non può permettersi di comprare i giocattoli per i propri figli, ma trova spesso, nei carichi che trasporta ciò di cui ha bisogno. “Si può trovare di tutto”, dice. “Ci sono bambini morti, ci sono carichi di cioccolatini o farmaci di contrabbando che il dipartimento delle accise trova. Ho anche trovato del denaro e oro, un sacco di oro. Cosa devo farci se non tenerlo nascosto a casa mia? Quando sono in un momento di bisogno, quando c’è una grande difficoltà nella mia vita, lo vendo e uso il denaro ottenuto in cambio”.
Netturbini come Dhara ripuliscono la città da quattromila tonnellate di rifiuti prodotti ogni giorno da 4,5 milioni di persone. Una industria di trasformazione dei rifiuti è sorta sul sito della discarica stessa. Nelle baraccopoli alla base delle montagne di spazzatura, centinaia di persone si guadagnano da vivere come “straccivendoli”, rivenditori di rottami o classificando i rifiuti.
Vivere e lavorare nella discarica comporta gravi rischi per la salute che il governo continua a ignorare. Incendi inestinguibili bruciano tutto il giorno e la notte inquinando l’aria. Sono così ordinari che i lavoratori non si lamentano più per ciò che riguarda i fumi, e le autorità comunali non si preoccupano di metterli al sicuro lontano da un posto così rischioso e ripugnante.
Dhara vede i fuochi ogni giorno, mentre guida il suo camion fino alla discarica. “I fuochi si generano da soli, dalla spazzatura stessa a causa del biogas”, dice, riferendosi ai gas prodotti come risultato della fermentazione dei rifiuti organici. “Bruciano tutto il giorno e tutta la notte, tutti i giorni dell’anno.”
“Non si può andare lì”, dice. “Anche i nostri enormi camion forniti dal governo cadono e rotolano rovinosamente dalle montagne di rifiuti. Soprattutto ora, nel periodo dei monsoni, la spazzatura è bagnata e il terreno può cedere sotto i piedi in qualsiasi momento. Molti camion sono stati rovesciati sulla montagna. Molte persone sono morte li”.
A Dhapa migliaia di appezzamenti di terreno sono coltivati per le verdure, le paludi sono diventati allevamenti ittici e nelle capanne, le donne friggono “puchkas” , un popolare cibo di strada locale. Anche se nessuno ha mai misurato la quantità di cibo di Calcutta che proviene dalla discarica, ciò, non rappresenta altro che un segreto di Pulcinella, non a caso, tutti i mercati della città si riforniscono con prodotti provenienti da Dhapa. “Coltivo spinaci e cavolfiori qui”, dice Raju Yadav, un agricoltore che vive nei pressi della discarica. “La terra è a buon mercato e il fertilizzante è libero. Sono venuto qui perché non c’è altro posto dove andare”.
Chatterjee, che supervisiona il Kolkata Municipal Corporation, dice che il suo governo non ha i fondi per gestire la discarica di Dhapa. “Essere sindaco e voler vedere la discarica non permette di ottenere i soldi. Devono pagare per spostare il sito. Ora siamo diventati impotenti, non possiamo aiutare le persone che vivono lì per altri 30 anni. Ci sono almeno 20-30.000 case su lì e non possiamo fare nulla. Siamo impotenti.”
Per Dhara, il fallimento del governo per migliorare la vita dei propri residenti è sorprendente. Il motivo è chiaro a tutti, chi vive in quelle zone è povera gente. Nessuno aiuta i poveri, continueranno a lavorare in modo che si possa sopravvivere, e continueranno a farlo fino a quando non finiranno in un centro di cremazione da poco sorto in loco, dove, un numero indefinito di cadaveri – la maggior parte di loro cadaveri di venditori ambulanti o abitanti della strada – vengono quotidianamente bruciati e cancellati dal mondo come se fossero parte di quei rifiuti che loro stessi hanno prodotto, raccolto e venduto.
Andrea Umbrello