Nel 2020 a Pistoia prende vita l’iniziativa di Fody Fabrics che ha un duplice scopo: riciclare materiale tessile di scarto, trasformandolo in coperte e altri prodotti sostenibili da donare a persone bisognose, rifugiati e animali abbandonati nel mondo; e assumere personale con disabilità, formandolo con programmi di inclusione professionale e offrendo loro un’opportunità nel mondo del lavoro. Per conoscere meglio questarealtà verrà presentata di seguito un’intervista agli ideatori del progetto.
L’intervista a Fody Fabrics: società benefit e startup innovativa a vocazione sociale
Oltre alla donazione di coperte salvavita a rifugi ed associazioni, e alla condivisione dei prodotti con le ETS nazionali per aiutarle nel fundraising, Fody Fabrics progetta e realizza attività ad alto impatto eco sociale in Europa, creando valore per le persone e per l’ambiente.
Salve, piacere di conoscervi. Quando e come è nata l’idea di creare il progetto “Fody Fabrics”?
«L’idea alla base di Fody è nata dalla considerazione che forse la società contemporanea si stia concentrando eccessivamente sul creare valore ed economia attraverso il sovrasfruttamento di risorse scarse, ignorando quasi totalmente il potenziale di ciò che appare, ad un primo sguardo, come privo di esso, i cosiddetti scarti. Con il nostro progetto abbiamo deciso di concentrarci nella valorizzazione di scarti e rimanenze tessili, trasformandoli in opportunità, erogando percorsi formativi professionalizzanti per persone svantaggiate, oltre che nuovi prodotti eco-sociali e coperte salvavita da donare a persone ed animali in difficoltà».
Da cosa nasce il nome “Fody Fabrics”?
«Il Fody, Foudia Madagascarienses, è l’uccellino tessitore del Madagascar, conosciuto per la sua peculiarità di costruire enormi nidi comunitari con materiali di recupero. Come lui, anche noi valorizziamo risorse di scarto per ricucire gli strappi del tessuto sociale».
Fody si sostiene grazie all’appoggio di aziende della filiera tessile, alle quali suggerisce un’alternativa sostenibile allo smaltimento precoce delle proprie rimanenze di magazzino e scarti di campionario, proponendosi come partner tecnico in grado di generare valore condiviso attraverso un modello proprietario basato sulla valorizzazione di risorse sottovalutate.
A tal proposito, tante sono le collaborazioni nate tra aziende e Fody per la realizzazione di gadget eco-sociale per i clienti e dipendenti: Abstract, Valemour, LEM, BOSAZ, CANGIOLI 1859, Treddy, Technacy, sono soltanto alcune delle aziende che hanno chiesto agli artigiani di Fody Fabrics di realizzare per loro prodotti sostenibili.
Che tipo di lavoro c’è dietro alla realizzazione dei prodotti di Fody Fabrics?
«Parlando dei prodotti fisici, che commercializziamo e doniamo, il processo di produzione può essere molto breve o molto lungo a seconda del livello di preparazione che hanno i membri del team, impegnato ogni singolo giorno nella produzione. Se parliamo del prodotto “valore condiviso”, core business di Fody, viene prodotto in ogni momento dell’attività, a partire dallo sviluppo progettuale delle soluzioni innovative proposte, dall’erogazione dei percorsi formativi d’inclusione, fino ad arrivare alla trasformazione degli scarti tessili ed alla donazione di prodotti salvavita a persone ed animali in difficoltà».
Come vengono utilizzati i prodotti realizzati?
«I prodotti fisici realizzati con il 50% del materiale raccolto vengono commercializzati a beneficio di persone ed aziende che vogliano acquistare prodotti ecosostenibili che finanzino la crescita di un’azienda inclusiva; quelli realizzati con l’altro 50% sono coperte salvavita e prodotti utili ad essere donati a persone ed animali in difficoltà attraverso i programmi blanket4puppies, homeless e refugees».
In occasione dell’ultimo Natale, tra gli oggetti realizzati dagli artigiani di Fody Fabrics troviamo: portabottiglie, sacche porta panettone, scatole porta olio foderate con le stoffe riciclate, shopper, zaini sacca e splendide decorazioni per addobbare gli alberi di natale, dunque tante le proposte presentate dall’azienda.
Inclusione lavorativa nei progetti Fody Fabrics
Solo il 50% delle persone con disabilità in età lavorativa sono occupate, a fronte del 75% delle persone senza disabilità. Inoltre, il contesto lavorativo costituisce il luogo di integrazione e inclusione per eccellenza dove è necessario progettare e costruire spazi privi di limitazioni e barriere per garantire la fruibilità a tutti i soggetti. In questo senso, l’ambiente fisico, i prodotti e le tecnologie sono fattori in grado di favorire, nelle attività, la partecipazione e l’autonomia di soggetti con disabilità.
Nonostante i problemi ancora presenti in Italia in merito a quanto detto, il lavoro delle persone con disabilità è disciplinato da una normativa apposita, volta ad assicurare il loro pieno inserimento attraverso il collocamento mirato affidato agli uffici competenti. Aspetto importante, poiché il lavoro non solo favorisce l’inclusione delle persone coinvolte, ma offre loro anche l’opportunità di realizzare la propria vita.
Fody Fabrics si batte per apportare modifiche concrete nella società, demolendo pregiudizi nel mondo del lavoro e garantendo un’occupazione a soggetti con disabilità. L’obiettivo è far comprendere che i ragazzi con disabilità possono essere in grado di imparare un mestiere e meritarsi un posto di lavoro. Infatti, la startup Fody in meno di due anni ha già creato percorsi di inclusione lavorativa per più di 20 ragazzi.
Siete molto attivi nel campo dell’inclusione sociale lavorativa, com’è nata l’idea di impiegare persone con disabilità? Che tipo di riscontro avete ottenuto?
«Fody Fabrics nasce per integrare in modo naturale ogni persona a prescindere dalla propria condizione psicofisica e sociale. Le persone con disabilità sono la risorsa di maggior valore per Fody: la loro naturale immunità da parte del condizionamento culturale, unita alla forte motivazione di migliorare la propria condizione di individui e percentuale inespressa di potenziale professionale. Loro ci consentono ogni giorno di affrontare sfide e raggiungere risultati considerati da molti impossibili, senza la necessità di rimuovere bias e riscrivere processi operativi pre-strutturati, concentrandoci tutti insieme sul risultato finale».
Come si svolge la loro attività lavorativa?
«In Fody coltiviamo le abilità individuali, coltivando il potenziale di ogni singolo perché poi possa offrire il proprio contributo al collettivo. Le persone senza disabilità vengono quotidianamente stimolate dalla necessità di adattare ogni processo evolutivo e produttivo dell’azienda in modo che possa valorizzare persone con caratteristiche uniche; le persone con disabilità, quindi, possono contare sul supporto di educatori professionali e colleghi pronti a supportarne la crescita personale in ogni momento e fase del loro percorso, sia in ambito produttivo che sociale».
Risultati raggiunti ed obiettivi di Fody Fabrics
Fody, oltre ad aver creato un laboratorio inclusivo, ha raggiunto un importante traguardo: la startup è stata premiata nel 2023 con il Premio Luce, un riconoscimento ottenuto grazie alla collaborazione con StartupItalia, una media company fondata nel 2013 e Rekeep, il principale gruppo italiano nel settore dell’Integrated Facility Management.
Fody Fabrics ha vinto il Premio Luce 2023. Che significato ha avuto questa vittoria e cos’è cambiato dopo questo obiettivo raggiunto?
«Vincere il Premio Luce ha avuto due importanti significati: da un lato ha contribuito a certificare la qualità della proposta d’impatto sviluppata da Fody, dall’altro ha consentito l’attivazione di un’importante collaborazione Pilota con Servizi Ospedalieri, azienda del gruppo Rekeep che ha sponsorizzato la competizione».
Quali erano i vostri obiettivi iniziali? Quali avete raggiunto? E quali saranno quelli futuri?
«Inizialmente volevamo sperimentare il grado di fattibilità di quanto progettato e simulato a livello teorico, per valutare se ci fossero le corrette potenzialità per trasformare un progetto sperimentale in azienda; poi attraverso il pilota Blanket4puppies e fondando la startup Fody, abbiamo potuto dimostrare a noi stessi ed al settore cosa fosse possibile fare attraverso un primo laboratorio di 300mq che coinvolge oltre 40 persone.
Adesso vogliamo crescere per aumentare la portata del nostro impatto e generare sufficienti ricavi per diventare un esempio concreto di quanto un modello economico profit impact possa creare valore condiviso su larga scala, valorizzando risorse troppo spesso sottovalutate. Il prossimo obiettivo è riuscire a donare almeno 1 milione di coperte salvavita entro il 2030, valorizzando oltre 1000 persone svantaggiate e altrettante tonnellate di scarti tessili».
In un mondo nel quale tante sono ancora le barriere da affrontare ed abbattere è importante e fondamentale sostenere realtà come quella di Fody Fabrics, che ogni giorno contribuisce a costruire una società migliore, fondata sul rispetto dell’ambiente e sull’accoglienza, oltre che sull’integrazione nei confronti di chi, seppur in difficoltà, può offrire tanto nella società.