Mind The Gap, Lhh e l’Osservatorio JobPricing, hanno condotto un’analisi sul gender pay gap in Europa, con un focus sulla situazione italiana. Nel nostro paese infatti, il gender pay gap è una realtà che va conosciuta e combattuta. Per le donne, soprattutto dopo la pandemia, la possibilità di migliorare la condizione lavorativa pare sempre più lontana.
Gender pay gap
La differenza salariale tra uomo e donna è una componente importante del gender pay gap italiano.
Molte sono le ragioni tecniche che causano un gender pay gap, come le ore lavorative: un uomo solitamente lavora con contratti full-time, una donna molto più probabilmente avrà un contratto di lavoro part-time; di conseguenza lo stipendio del contratto più lungo sarà più alto. La questione spinosa, è che il salario orario delle donne risulta essere più basso di quello degli uomini.
Nonostante siano molte le caratteristiche oggettive, per questa disparità salariale, conducendo delle analisi più approfondite seguendo il metodo della scomposizione è possibile evidenziare un gender pay gap riconducibile a discriminazione.
Uno stipendio in meno all’anno
Secondo l’Osservatorio JobPricing, in Italia è presente un gender pay gap del 16,5% nel settore privato e del 4,1% nel settore pubblico.
Nel 2021 è stato registrata una disparità salariale calcolata sulla RAL annuale pari al 11,2%, in poche parole questo è come se una donna lavoratrice iniziasse a percepire lo stipendio dal 1 febbraio nonostante lavori dal 1 gennaio.
Sostanzialmente, a fine anno un uomo ha percepito 12 stipendi (più tredicesima se prevista), mentre una donna ne percepisce solo 11.
Gender gap nell’istruzione
All’interno del mondo del lavoro chi possiede una laurea ha prospettive di guadagno più elevante rispetto ai diplomati, per le donne anche se laureate la possibilità di guadagni più alti è minore.
Esaminando i dati di AlmaLaurea è stato possibile ricavare la percentuale di gender pay gap, calcolata a 5 anni dalla laurea, tra i vari ambiti; Umanistico 5,1%, Scienze motorie 14,5%, Educazione e Formazione 3,1%, Medico-Sanitario 15,6%.
Il risultato più preoccupante di questi dati è che nessun gender pay gap è a favore delle donne.
Fare carriera, realtà o utopia?
E’ stato evidenziamo come il gender pay gap cresca con l’avanzare dell’età, questo dato non è una novità se si considera che fino a pochi anni fa la presenza di donne lavoratrici era molto scarsa.
Sicuramente le donne riscontrano più difficoltà di accesso a cariche di potere, spesso “scelgono” lavori part-time piuttosto che a tempo pieno per poter guadagnare tempo durante la giornata.
Ma il gender pay gap più difficile da sradicare è lo squilibrio salariale e la possibilità di fare carriera per le madri-lavoratrici, è stato stimato un salario inferiore di circa il 6% rispetto alle lavoratrici senza figli.
Diventa quindi inevitabile per alcune donne dover compiere una scelta, che poi diventa un obbligo, tra carriera e figli.
I settori del gender pay gap
Ai fini di un’analisi totale del gender pay gap in Italia, è utile consultare i dati relativi ai settori lavorativi e gli stipendi.
Il settore con il maggior gender pay gap è quello finanziario, le donne guadagnano circa il 17%in meno rispetto agli uomini. Nel dettaglio questo settore è principalmente strutturato con cariche dirigenziali, di conseguenza difficilmente è possibile trovare percentuali favorevoli per le donne.
Per quanto riguarda il settore edile, la situazione potrebbe sembrare migliore, le donne infatti guadagnano il 16% in più rispetto agli uomini.
Ma perché si verifica un gender gap inverso? La maggioranza degli occupati del settore edile è costituito da operai, che oltre ad essere a maggioranza maschile, percepiscono uno stipendio più basso rispetto a chi ricopre funzioni impiegatizie.
La voce delle donne
L’Osservatorio JobPricing ha proposto un questionario anonimo rispetto alla soddisfazione del proprio lavoro.
Quello che è emerso è che quasi il 90% delle donne riporta di percepire stipendi più bassi, di avere poche probabilità di avanzamento di carriera e infine una mancata trasparenza degli stipendi.
Inoltre, molte donne valutano di cambiare il proprio lavoro in cambio di salari migliori, orari lavorativi migliori; questi dati riflettono una difficoltà: unire il lavoro e la casa-famiglia.
E’ evidente, che le scelte che le donne devono compiere siano condizionate da innumerevoli fattori, che generano un gender pay gap.
Le dinamiche radicate all’interno della società sono difficili da estirpare, ma questo si dovrà rendere necessario se si vuole definitivamente appiattire la disparità di genere presente in Italia e nel mondo.
Eleonora Scrascia